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Nata a Lipari con il parto a domicilio grazie a Facebook

La storia di Laura e l’arrivo di Giada nonostante la chiusura del punto nascite

Di Paola Pasetti |

Oggi Lipari ha un piccolo grande evento da celebrare. Si chiama Giada, pesa tre chili e mezzo ed è nata in casa poco dopo le 14.30 grazie a un’ostetrica di Catania, arrivata appositamente sull’isola per far partorire mamma Laura. Merito anche di Facebook, dove le due donne si sono conosciute su un gruppo il cui nome dice già tutto: «Voglio nascere a Lipari, ma forse non potrò più farlo». Da qualche anno, infatti, a Lipari non nascono quasi più bambini neanche in ospedale: da quando è stato chiuso il punto nascita nell’isola, le mamme sono costrette a trasferirsi almeno una settimana prima della data presunta del parto a Milazzo o a Messina se non vogliono correre il rischio di essere trasportate in ospedale in elicottero al momento del travaglio, visto che la normativa vigente prevede che solo in caso di urgenza si possa partorire nell’ospedale dell’isola. Una situazione che determina disagi fisici, emotivi ed economici non indifferenti.   Laura Zaia, la mamma di Giada, ci era già passata qualche anno fa: per far nascere Anna, la sua primogenita, si era dovuta trasferire «sulla terraferma – come lei stessa racconta – ben due settimane prima. Ho avuto la fortuna di essere ospitata da una parente, l’albergo sarebbe stato troppo costoso». «In questa seconda gravidanza, però – continua – la mia situazione era molto diversa: ho una bambina piccola, avrei dovuto separarmene per un numero imprecisato di giorni e tra l’altro non avrei nemmeno saputo a chi affidarla a Lipari».   Nove mesi che Laura ha passato «in un perenne stato d’ansia, con la paura che da un momento all’altro potesse succedere qualcosa, che dovessero portarmi via con l’elisoccorso. E’ successo a mia sorella e a mia cugina: essere trasportate in elicottero in un momento di tensione, in cui hai paura e sei in preda ai dolori non è una bella esperienza».

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