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Natale, albero o presepe? Che fatica i preparativi della festa!

Di Laura Compagnino |

Il segnale l’avete avuto, ora scatenate l’inferno. Dovevate capirlo dalla prima pubblicità del pandoro che il momento era arrivato. Natale è alle porte e voi, incoscienti che siete, vi siete fatti cogliere impreparati. L’anno scorso avevate giurato di non farlo più, fra i buoni propositi stabiliti il 1 gennaio del 2018 c’era quello di seguire una tabella di marcia in vista del 25 dicembre, che quella di un Marines in addestramento nella foresta amazzonica sarebbe stata niente a confronto. E invece avete mandato in fumo tutte le buone intenzioni, da quella di diventare strafighi in un anno a quella di arrivare al 1 dicembre con le idee chiare sui regali, sugli appuntamenti familiari e sulle decorazioni. Perché, inutile girarci intorno, bellissima festa il Natale con tutti i significati che porta con sé, ma quanta fatica.

Tralasciamo il tour de force nei negozi on line e reali per comprare i doni, mettiamo da parte anche gli inviti da fare o quelli da accettare, trascuriamo l’annoso dilemma su dove trascorrere il 24 notte e il 25 mattina e concentriamoci solo sull’happy Christmas in versione addobbo domestico. Intanto dichiarate subito la vostra appartenenza: siete del clan del presepe o di quello dell’albero? Perché non si possono fare commistioni, questo melting pot non riesce mai. O ci si dedica a uno o ci si dedica all’altro. Se siete malati per il presepe, di norma avete nelle cantine di casa, nei ripostigli o in ogni anfratto della vostra abitazione, un armamentario degno dei negozi di San Gregorio Armeno a Napoli, il quartiere mito per chiunque ami il genere.

Non mancherà nel vostro necessaire, la serie di personaggi essenziali e indispensabili, dall’ ovvio pastorello alla lavandaia. Talvolta nella foga, piazzerete una statuina di un pizzaiolo, come se nella Betlemme dell’anno zero, fosse già conosciuta la Margherita simbolo del nostro Paese. Ma sarete in fondo perdonati, perché quando la passione travolge, rende cieca la ragione. Se invece siete fanatici dell’abete natalizio, vero o finto che sia, vi troverete anche quest’anno a dover lottare contro molteplici avversità.

Come prima cosa, avrete ogni giorno il compito di salvare la vostra opera d’arte dagli agguati dei cani e dei gatti, i veri padroni di ogni casa. Poi dovrete affrontare discussioni interminabili in famiglia su variabili non di poco conto. “Mamma, a me sui toni del rosso fa schifo, lo voglio con le palline argentate come la mia amichetta” dice vostra figlia, a cui avete raccontato che vi impegnate tanto nel decorare l’albero di Natale, solo per amore suo. E pur di non confessare che a voi piace farlo ancor più che a lei, accettate i diktat filiali.

E arriva il turno delle lucine. Con ammirevole dedizione, andate in un negozio specializzato o in una bancarella e il commesso vi chiede: “le vuole a led o tradizionali, a intermittenza variabile, incrociata, dimensionata, media, forte o continua? Verdi, bianche, rosse, fucsia, multicolor? A forma di stella, di albero, di lumino, di casa?”. Alla prima domanda vi siete confusi, non sapete cosa rispondere e con rassegnazione rispondete: “Mi consigli lei”. Accettereste tutto in quel momento, per sottrarvi a una sfilza di interrogativi tali che l’essere o non essere di shakespeariana memoria, sembra un gioco da ragazzi.

Il secondo bivio davanti al quale vi troverete fra pochi giorni, sarà quello del materiale delle palline. Di vetro, di plastica, di legno, di ferro, ne troverete di tutti i tipi, di tutte le forme, con tutti i decori. Si va da quelle comuni e in plastica a quelle in vendita nei sexy shop, per quelli che vogliono adornare l’albero di Natale con tanti piccoli falli fluorescenti. Le scuole di pensiero si dividono in due: una opta per l’albero monocolore, l’altra per quello effetto discoteca. La prima si traduce in una valanga di palline tutte in tinta, mentre la seconda è adornata da decorazioni diverse una dall’altra. I costi vanno da pochi euro sino a svariate centinaia, perché ci sono persino gli addobbi in oro zecchino.

Ci sono alberi di Natale che dovrebbero essere custoditi in cassaforte, per quanto sono costate le guarnizioni. Chi volesse avventurarsi in investimenti di questo tipo, sappia però che il rischio è dietro l’angolo. Chiunque ha un parente distratto ed è quasi certo che, entrando a casa vostra, sbatta contro il vostro prezioso abete e lo rovini irrimediabilmente. A meno di non voler usare il potenziale danno come alibi per interrompere ogni rapporto con il consanguineo sbadato, il consiglio è quello di ripiegare su soluzioni meno impegnative per il portafoglio e più rassicuranti per la tenuta delle dinamiche familiari, messe a dura prova dalla tensione del periodo.

Ammettiamolo: tutti vorremmo che il Natale fosse un momento di armonia, di serenità, di allegria. Invece, complici i ritmi estenuanti che lo precedono, anche l’avvicinarsi di questa festa può diventare un giramento. Di palle ovviamente.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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