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Nel salotto del lusso di Expo: il caviale di lumaca made in Sicily

Nel salotto del lusso di Expo: il caviale di lumaca made in Sicily

È nella top ten dei prodotti più cari assieme allo spumante con polvere d’oro

Di Ilaria Liberatore |

MILANO – Il made in Italy del lusso è arrivato all’Expo di Milano, nello spazio di Coldiretti. Fino alla fine della prossima settimana i visitatori dell’Esposizione potranno scoprire, nel “Salone del Lusso”, prodotti come l’essenza di bergamotto per profumi Doc, lo spumante con polvere d’oro, l’olio extravergine Brisighella Dop, bottiglie gioiello con etichetta in Swarovski, bottarga, tartufo, culatello e il preziosissimo caviale di lumaca madonita.   «Si tratta di prodotti che rappresentano la vera identità dei nostri agricoltori – ha raccontato la coordinatrice di Campagna Amica Italia, Barbara Battistello -. Il loro lavoro non è solo fatica, ma anche e soprattutto passione, creatività. In questa nicchia di mercato, poi, lavorano tanti giovani, che sviluppano continuamente nuove idee».   Si tratta di veri e propri «gioielli alimentari» che attraggono i consumatori più esigenti e raffinati da ogni parte del mondo. Quelli dell’estremo oriente, per esempio, hanno dimostrato una particolare predilezione per il prezioso (viene venduto a 1.600 euro al chilo) caviale di lumaca.   «Il prezzo così alto è dovuto al metodo di allevamento, raccolta e selezione delle uova, un procedimento molto simile alla strozzatura della trota – ha sottolineato Battistello -. È tutto fatto rigorosamente a mano e le lumache sono alimentate con ortaggi di produzione biologica. Il sapore è molto delicato e ha un retrogusto che sa di terra ed erba».   Prodotto in Sicilia, esclusivamente a Campofelice di Roccella, questa delizia è frutto della lungimiranza di tre giovani imprenditori – Davide Merlino e Michele e Giuseppe Sansone – che nel 2013 si sono aggiudicati anche il Premio Oscar Green di Coldiretti, per la categoria “Ideando”. Naturalmente il caviale è soltanto il prodotto di punta dell’azienda madonita che vende anche chiocciole vive, prodotti di gastronomia e di estetica a base di lumache, e anche materiale tecnico per l’elicicoltura.   A destare curiosità tra i primi visitatori di questo spazio del lusso enogastronomico è stato anche lo spumante che crea l’illusione delle stelle grazie a una polvere d’oro alimentare di 23 carati che, per via del suo peso specifico, si distribuisce lungo tutta la bottiglia quando la si agita, creando un effetto molto scenografico. «L’oro ha proprietà salutari – ha aggiunto Battistello – e conferisce allo spumante, un extra brut, un sapore molto particolare». Il costo di una bottiglia è di 80 euro.   Ad attirare gli arabi, invece, è stato il vino confezionaro nella bottiglia-gioiello impreziosita di Swarovski il cui costo è di 200 euro a pezzo. Spazio anche per l’olio di Brisighella Dop, il primo ad aver avuto tale riconoscimento dell’Unione Europea. «La particolarità di questo olio, prodotto ancora con la classica spremitura a freddo – ha puntualizzato Battistello – è che si utilizza una singola varietà di olive, selezionata nel corso degli anni nel microclima ideale della zona di produzione conferendo a quest’olio particolarissime qualità organolettiche». Non bisogna dimenticare l’estratto di bergamotto, agrume prodotto al 90% nella provincia di Reggio Calabria e usato non solo nella cosmetica, ma anche per succhi e granite. Il prezzo dell’estratto può arrivare fino a 500 euro al litro.   La Sardegna è rappresentata dalla bottarga di Cabras, Il cosiddetto «caviale dei sardi», costituito dalle uova di muggine e conosciuto sin dai tempi dei Fenici. La bottarga di muggine di Cabras, «il cui prezzo si aggira intorno ai 250 euro al chilo», con i suoi 15 quintali di produzione all’anno (che si riduce a 10 dopo l’essicazione) rappresenta più del 90% dell’autentica sarda, circa l’1% rispetto ai mille quintali di quella che si importa. Tutti questi «gioielli», insieme ad altri più conosciuti come culatello e tartufo, «sono un patrimonio di biodiversità, tradizione e rispetto della natura – ha concluso Battistello – che vogliamo tutelare».

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