«Niente scorta la città è con me, qualcuno voleva “parlarci” e noi l’abbiamo lasciato fuori

Di Mario Barresi / 03 Aprile 2015

Acireale. Ha la faccia del bravo ragazzo, quella di un ingegnere che tutte le mamme vorrebbero ammogliato alle proprie fanciulle. Ma Roberto Barbagallo, giovane sindaco di Acireale, non riesce a mascherare la paura. È il secondo “segnale” in meno di due mesi. E stavolta in ballo c’è sua moglie.

Sindaco, la scorta l’accetta o no?

«No, l’ho rifiutata e continuo a rifiutarla. Voglio continuare a fare quello che ho sempre fatto in questi mesi. Lavorare, a testa alta, dentro il municipio e in mezzo alla gente, dal lunedì al sabato. Ma almeno qualche ora della domenica, vorrei averla per me e per la mia famiglia, senza angeli custodi».

Come interpreta la bomba carta lanciata sull’auto di sua moglie e il capretto a casa di D’Agostino? Che sta succedendo ad Acireale?

«È un doppio segnale, un avvertimento, che qualcuno ha voluto far arrivare a me e all’onorevole D’Agostino. Gli inquirenti stanno lavorando e le indagini spero possano darci presto risposte certe, ma è chiaro che si tratta di azioni molto forti e violente, che vorrebbero spaventare un’amministrazione che sta cercando di migliorare i livelli di vivibilità, legalità e trasparenza».

Ma cosa state facendo di così fastidioso? Dove si annidano i suoi nemici?

«Stiamo facendo in modo di riportare ordine, di combattere ogni forma di abusivismo, di far rispettare le regole e tutelare chi paga le tasse. Abbiamo adottato un regolamento a sostegno alle vittime di usura e presto arriverà in consiglio il regolamento per l’uso dei beni immobili confiscati alla mafia. È difficile oggi capire a chi abbia dato fastidio l’attività di questa amministrazione, ma di sicuro chi ha fatto delle azioni così brutte agisce contro la civiltà e contro il bene della città, che invece ci è vicina e stamattina è scesa in piazza spontaneamente per manifestarci solidarietà».

Ma non è che c’è qualche cambiale in bianco da pagare dopo le elezioni stravinte?

«Nessuna cambiale. Magari ci sarà qualcuno che voleva parlare con noi e che noi abbiamo lasciato fuori dalla porta. Ma io non devo niente a nessuno. Garantito».

Dicono che il vero sindaco di Acireale sia proprio D’Agostino. Questa cosa le dà fastidio? Non è che colpiscono lei per colpire il suo sodale?

«Con Nicola c’è stima, amicizia e un profondo legame politico. Siamo assieme per cambiare questa città, con tutti quelli che condividono un progetto che non è mio o di D’Agostino, ma che è nato dal basso. Il nostro asse, da quest’ultima notte, ne esce rafforzato. Ma sa davvero qual è la cosa che mi dà fastidio?»

Quale?

«Il tempo che si perderà per andare dietro a questa storia. Io sono uno concreto, mi butto a testa bassa sulle cose da fare. Voglio lavorare, non mi piacciono le chiacchiere né le parate. Speriamo di poter ricominciare presto con la normalità. Che evidentemente dà fastidio a qualcuno… ».

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