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Peculato, la Guardia di Finanza arresta medico e capo sala

Peculato, la Guardia di Finanza arresta medico e capo sala

Blitz all’ospedale Cervello di Palermo: il dirigente medico riceveva e curava i pazienti utilizzando le attrezzature dell’ospedale incassando per sé il denaro

Di Redazione |

Riceveva e curava i pazienti all’ospedale, utilizzando le attrezzature dell’ospedale ma incassando per sé il denaro. La guardia di Finanza di Palermo ha arrestato in flagranza di reato un dirigente medico dell’ospedale Villa Sofia-Cervello – Cto e la sua assistente, caposala nel reparto di Pneumologia I, accusati di peculato ai danni dell’Azienda ospedaliera di Palermo. Si tratta di Giuseppe Arcoleo, dirigente medico della prima Pneumologia dell’ospedale Cervello, e la caposala del reparto Concetta Conte. Il medico – secondo la Gdf – era regolarmente autorizzato ad esercitare la professione all’interno della struttura ospedaliera e con le attrezzature dalla stessa poste a disposizione secondo il regime di Attività libera professionale intramoenia. Ma la legge prevede alcuni obblighi, tra cui quelli di esercitare al di fuori dell’orario di lavoro ospedaliero e di non riscuotere direttamente il compenso dai pazienti. Le indagini condotte dalle Fiamme Gialle, dirette dalla Procura di Palermo, hanno invece appurato «l’esistenza di un canale alternativo a quello ospedaliero, il cui perno era rappresentato dall’assistente dello specialista che fungeva da vero e proprio centro di prenotazione. Era lei ad occuparsi di ricevere le telefonate dei pazienti, di combinare gli appuntamenti e, in alcuni casi, di provvedere direttamente a contattare vecchi pazienti sollecitando visite di controllo. Era sempre compito dell’assistente quello di incassare, a seguito delle visite, il denaro e di illustrare ai nuovi pazienti il meccanismo che, comunque, veniva sempre presentato come economicamente più vantaggioso rispetto a quello ordinario». Le indagini hanno riscontrato che in un solo mese il medico ha visitato decine e decine di pazienti il 90 per cento dei quali con il canale parallelo. E così quanto pagato dai clienti, alcune migliaia di euro non solo è stato illegittimamente sottratto all’Ospedale – dice la Gdf – ma, anche, alla tassazione in quanto incamerato dalla coppia completamente «in nero». La GdF ha colto i due a fine giornata mentre si dividevano l’incasso giornaliero, circa 400 euro. Sono stati sequestrati computer e agendine in cui venivano annotati i nomi dei pazienti e che sono esaminati per ricostruire l’ingente numero di pazienti.

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