Per l’ex calciatore del Palermo malato di Alzheimer figurine, e gadget rosanero per stimolare la memoria

Di Redazione / 21 Settembre 2019

Palermo. Ricostruire un ambiente familiare, che rievoca il suo passato, i ricordi e
gli affetti per non perdere la propria identità e cercare di tenere viva la
memoria nonostante la malattia. 
È il “metodo protesico”, la nuova frontiera di terapia psicologica
utilizzata per curare i pazienti malati di Alzheimer, che è stata
illustrata nel corso di un incontro promosso e organizzato a Palermo dalla struttura
sanitaria Karol, in occasione della giornata mondiale dell’Alzheimer, che
ha visto la partecipazione del presidente della Karol, Marco Zummo, del
direttore sanitario Linda Scalisi, del direttore della struttura Sergio La Bruna e
dell’assistente sociale Roberta Peri.


Un metodo rivoluzionario sul fronte della terapia che è stato adottato per
la prima volta proprio dalla Karol, dove ogni stanza del paziente viene
allestita con elementi che rievocano il loro vissuto. C’è il caso di un ex
giocatore del Palermo, per esempio, che oggi ha 83 anni, nella cui
stanza è stato creato un angolo con figurine dei giocatori, magliette e
altri gadget rosanero utilizzati per stimolare la memoria. O ancora il caso
di una sarta, a cui sono stati consegnati ago, filo e metro per prendere
le misure degli abiti. Ma non solo in struttura c’è anche un giardino da
far coltivare ai pazienti e anche un centro estetico dove le donne malate
hanno la possibilità di prendersi cura del loro corpo.


“Nella giornata mondiale dell’Alzheimer – spiega Marco Zummo – abbiamo voluto
organizzare questo incontro perché siamo stati i primi ad utilizzare questo
metodo, e adesso siamo orgogliosi dei risultati positivi ottenuti.
Purtroppo la malattia è in crescita, sono infatti oltre 55mila
mila i casi registrati in Sicilia e l’aspetto più preoccupante è che
l’Alzheimer colpisce anche in età giovanile, abbiamo infatti avuto in
struttura casi anche di cinquantenni“.

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