Ponte sullo Stretto “affossato” alla Camera, la ‘Ndrangheta già pronta a infiltrarsi negli appalti

Di Alfredo Zermo / 15 Novembre 2016

ROMA – Mentre da un’operazione di polizia in Calabria emerge che le cosche della ‘ndrangheta che operano nel comprensorio di Villa San Giovanni erano interessate anche gli appalti per la realizzazione del Ponte sullo Stretto, la Camera affossa ancora una volta il sogno del Ponte giudicanto inammissibile l’emendamento che reintroduceva l’infrastruttura come “opera prioritaria” per il Paese. Assieme a quello del Ponte, sarebbero circa 1500 gli emendamenti alla Legge di Bilancio giudicati inammissibili dalla commissione Bilancio della Camera. Di questi circa la metà sono stati respinti per mancanza di copertura, mentre i restanti per materia. In totale gli emendamenti presentati alla scadenza dei termini erano circa 4600.

 

La commissione ha giudicato inammissibili alcuni emendamenti che negli scorsi giorni avevano acceso il dibattito politico. Uno su tutti quello sul Ponte di Messina, presentato da Vincenzo Garofalo di Area Popolare, che chiedeva che la tormentata opera fosse dichiarata “infrastruttura prioritaria”. Secondo l’emendamento Ap il presidente di Anas sarebbe dovuto essere nominato per due anni commissario per la realizzazione dell’opera. 

 

Intanto come detto  dall’inchiesta della Dda reggina che ha portato all’esecuzione di 26 provvedimenti di fermo eseguiti stamattina dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Reggio Calabria nell’ambito dell’operazione “Sansone” emergono gli appetiti delle ‘ndrine per il Ponte. Gli investigatori, nel riferire i particolari dell’indagine, hanno parlato di un’attenzione delle cosche, oltre che ai lavori del «Decreto Reggio» ed ai suoi appalti milionari, anche «alla possibile costruzione del Ponte sullo Stretto», ed in particolare alle opere preliminari per la realizzazione del grande manufatto. 

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