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Posti letto in Rianimazione: in Sicilia è profondo rosso

Di Giuseppe Bonaccorsi |

Per fortuna la fase di emergenza è stata superata, ma l’allarme sulla carenza di posti nelle terapie intensive della Sicilia continua, perché non possono essere due, tre posti liberati all’improvviso a porre fine a una carenza atavica di letti in reparti salvavita che in questo periodo dell’anno dovrebbero addirittura essere aumentati, vista la recrudescenza di patologie respiratorie aggravate dal freddo persistente e dalle complicanze delle sindromi infuenzali.

Quello che appare paradossale è che invece che aumentare i posti letto nelle terapie intensive dell’isola sono al momento diminuiti, soprattutto in provincia di Catania per una serie di fatti non collegati fra loro che hanno costretto i dirigenti alla riduzione di una decina di letto in dotazione. Alla Rianimazione di Caltagirone, su una dotazione all’incirca di 10 posti letto al momento quelli operativi sono soltanto due. L’Asp ha reso noto che la riduzione di posti si è resa necessaria per effettuare lavori di somma urgenza che per questioni di sicurezza non potevano essere rinviati. Il ripristino della dotazione prevista dovrebbe essere questione di qualche altra settimana. Una riduzione di letti in terapia intensiva riguarda anche il reparto dell’ospedale S. Isidoro di Acireale, dove sui sei posti previsti, attualmente il reparto ne ha soltanto 3. Anche in questo caso l’Asp ha spiegato che il dimezzamento dei posti è stato causato da infiltrazioni di acqua che hanno interessato l’area del reparto.

Si tratta di situazioni temporanee, ma che segnano il polso di una situazione molto precaria che riguarda l’intera Sicilia. Qualche settimana fa l’assessore regionale alla Salute, Baldo Gucciardi, ha annunciato nella nuova Rete ospedaliera un sensibile aumento di posti letto nei reparti intensivi, ma finora la dotazione è rimasta sempre la stessa. Ci sono poi i casi scandalosi degli ospedali di Augusta e Lentini, che hanno due reparti moderni di Rianimazione, da sei posti ciascuno, costati milioni di euro, ma mai aperti perché manca il personale.

«Uno dei guai maggiori – spiega il direttore sanitario dell’Asp Catania, Franco Luca – non è soltanto la carenza di posti letto nelle terapie intensive, ma la drastica riduzione dei posti letto in generale in tutti i reparti, che dagli 8 degli anni scorsi è stata ridotta ai 3 attuali, secondo il parametro di 3 letti per mille abitanti. Ma se non rivediamo questo rapporto non ne usciremo».

Intanto per affrontare la gravissima situazione delle Rianimazioni e dei Pronto soccorso mercoledì 1 febbraio, alla commissione Sanità Ars si terrà una riunione alla quale sono stati invitati tutti i direttori generali delle aziende dell’isola e i primari dei pronto soccorso. Si parlerà anche di sicurezza nei reparti, alla luce degli ultimi episodi di aggressione, non ultimo il caso di aggressione del medico al V. Emanuele di Catania. Il 30, invece, dovrebbe tenersi una riunione in assessorato regionale per fare il punto su 118 e Rianimazioni.

Sulle proposte per aumentare la dotazione organica delle terapie intensive interviene il prof. Nunzio Crimi, professore di Malattie Respiratorie presso la Facolta’ di Medicina e Chirurgia dell’Universita’ di Catania. Per Crimi, per far fronte all’emergenza di questi giorni sarebbe utile, soprattutto nei periodi freddi dell’anno, prevedere nei reparti alcune terapie intensive respiratorie. «Molti posti della rianimazione sono in questo periodo occupati da pazienti con gravi insufficienze respiratorie. Ora, visto che in futuro aumenterà ulteriormente l’età media di sopravvivenza delle persone e di conseguenza dei pazienti respiratori, si dovrebbe prevedere una crescita dei posti letto nelle Utir. Oggi a Catania un reparto del genere c’è al Cannizzaro, ma dispone soltanto di 4 posti letto, ridicolo…. Invece bisognerebbe creare Utir anche al Policlinico, al Garibaldi, nelle unità di Pneumologia. Così si potrebbero liberare posti nelle Rianimazioni per quei pazienti che presentano altre patologie e che talvolta non si sa dove ricoverare. E’ una questione di organizzazione che i nostri politici dovrebbero tenere a mente, come hanno fatto da tempo in Lombardia, Veneto, Emilia, Toscana… E invece a Milazzo si pensa di chiudere la Pneumologia e a Siracusa si pensa di ridurre i posti letto del reparto…».

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