Roma, minacce e botte ad imprenditore : pregiudicato catanese e altri 5 siciliani arrestati
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ROMA - «Io sono un delinquente nato. Se non mi fai trovare i soldi sparo a te e alla tua famiglia». Queste le frasi con cui una banda di criminali di origine catanese, ma da anni ormai stabile nell’area sud del litorale laziale, minacciava un imprenditore romano operante nel settore dell’autonoleggio nella zona della stazione romana di Tiburtina. A sgominare il sodalizio criminale sono stati i carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma che hanno arrestato sei persone con l’accusa di tentata estorsione ed estorsione, aggravati dal metodo mafioso, oltre a procurata inosservanza di pena e possesso di documenti di identificazione falsi.
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L’indagine, coordinata dalla Dda di Roma, ha preso il via dal coraggio dell’imprenditore che, lo scorso luglio, ha deciso di denunciare i suoi estorsori, mettendo così fine ad un incubo fatto di violenza e minacce. «L'ho ammazzato di botte», racconta uno degli arrestati durante un’intercettazione, facendo riferimento al raid compiuto nei confronti dell’imprenditore per rapinargli 1.600 euro. Al vertice dell’organizzazione c'era un pregiudicato catanese che, insieme con la compagna - un’agente immobiliare - ed altri sodali, aveva tentato di estorcere al proprietario dell’autonoleggio circa 50mila euro.
Le indagini hanno poi confermato che, in effetti,due dei sei arrestati sono appartenenti alla famiglia di mafiosi catanesi denominata Mazzei-Carcagnusi, legati alla più nota famiglia di Cosa Nostra catanese dei Santapaola. Uno di loro, infatti, annovera condanne definitive per omicidio e associazione di tipo mafioso. L’altro, invece, figlio di un ergastolano condannato per omicidio e associazione mafiosa, era latitante da marzo scorso a seguito di una condanna definitiva ad 8 anni di reclusione per rapina aggravata e porto abusivo di armi.