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Sciopero dei dipendenti Eni«Il Governo si faccia sentire»

Sciopero dei dipendenti Eni «Il Governo si faccia sentire»

I sindacati hanno indetto lo stop alle produzioni per il 29 giugno: «L’azienda risponde solo alla Borsa o anche al suo azionista di riferimento? »

Di Redazione |

Sciopero dei 30 mila lavoratori di tutte le aziende del gruppo Eni per l’intera giornata del 29 luglio. È stato indetto da Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil, che hanno anche annunciato una manifestazione nazionale a Roma, sempre il 29 delle 15. Per due ore si fermeranno anche i dipendenti degli impianti italiani di raffinazione. La protesta è contro la chiusura di tre raffinerie, oltre che per «la drammatica situazione di Gela, dove rischiano il lavoro più di 3500 persone». I sindacati hanno respinto le posizioni di Eni sul blocco degli investimenti, sul ridimensionamento degli assetti industriali e occupazionali e sulla politica energetica del Gruppo nel Paese. «L’annuncio shock dell’Eni di mettere in discussione l’intero impianto strategico della chimica e della raffinazione in Italia comporta pesanti ricadute sull’intero sistema industriale e occupazionale nel nostro paese, facendo terra bruciata sull’industria italiana – spiegano i segretari generali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil, Emilio Miceli, Sergio Gigli e Paolo Pirani. I sindacati hanno chiesto un incontro al premier Matteo Renzi: «Il Governo chiarisca se l’Eni risponde solo al mercato e alla Borsa o deve dar conto delle decisioni anche all’azionista di riferimento».

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