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“Ssn sempre meno sostenibile tra sindemia e bisogni cure”
Roma, 16 dic. (Adnkronos Salute) – “L’attuale assetto del sistema sanitario, sia a livello economico che sociale, appare prospetticamente sempre meno sostenibile a causa di fenomeni quali: sindemia, ossia l’interazione tra l’elevata diffusione delle malattie croniche e la pandemia, l’insufficienza del funding, i crescenti bisogni di cura dei cittadini, acuiti e ridefiniti da Covid-19 e le richieste di personalizzazione dei percorsi di cura sempre più marcate”. Lo ha detto Marco Vecchietti, Amministratore delegato e Direttore generale di Intesa Sanpaolo Rbm Salute, intervenendo al webinar “Ricerca, innovazione e sostenibilità il contributo degli attori privati” in occasione della quindicesima edizione del Forum Risk Management in Sanità.
“La pandemia – ha sottolineato – ha riaffermato la centralità assoluta della salute che, come emerge dal IX Rapporto sulla sanità pubblica, privata e intermediata, realizzato dalla Fondazione Censis e da Intesa Sanpaolo Rbm Salute, costituisce per quasi 7 italiani su 10 la principale fonte di preoccupazione per il proprio futuro. Appare quindi sempre più necessario implementare un sistema sanitario integrativo, basato sui Fondi sanitari e le assicurazioni, che possa ‘intermediare’ la spesa sanitaria pagata direttamente dai cittadini per le cure erogate al di fuori del Ssn, ampliando la capacità assistenziale del sistema sanitario del nostro Paese”.
“Intesa Sanpaolo Rbm Salute – prosegue Vecchietti – ha scelto di impegnarsi per contribuire al processo di digitalizzazione della sanità italiana che favorirà il ricongiungimento dei percorsi di cura tra pubblico e privato, l’ottimizzazione delle risorse e la riduzione della sovrapposizione tra prestazioni pubbliche e private. Lavorare per una reale attuazione di massa della telemedicina e della domiciliazione delle cure, già promosse dall’assicurazione sanitaria durante la pandemia, può diventare un fattore chiave per la sostenibilità del sistema sanitario del nostro Paese e per l’innalzamento della qualità delle cure garantite ai cittadini”.
“Investire maggiori risorse sui protocolli di diagnosi precoce attraverso la mappatura dei rischi con metodiche di analisi genomica – sottolinea – ridurrà l’incidenza prospettica dei cosiddetti big killer, le patologie più diffuse tra la popolazione. Gli strumenti di predictive underwriting e adaptive pricing consentiranno alle compagnie la definizione di polizze assicurative personalizzate che operino a protezione della mappatura dei rischi dell’assicurato”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA