Verso l’Expo tra eventi, costi e adesioni
Verso l’Expo tra eventi, costi e adesioni Viaggio tra i segreti di «piazza Sicilia»
A tre mesi all’inaugurazione, hanno detto sì 1409 soggetti
Ma cos’è quest’Expo 2015 per la Sicilia? Una fiera delle vanità politiche, una sagra di paese globalizzata, un mercato del contadino su scala mondiale, una vacanza-premio per assessori e perditempo a tempo pieno? I sospetti, come alla vigilia di ogni grande evento che ci vede in campo, si annidano fra déjàvu scandalistici d’ogni epoca, disinformazione isitituzionale e un’endogena “fumosità” dell’oggetto in questione. Già, perché il cittadino comune non ha ancora capito bene soprattutto, che ruolo avrà la Sicilia? La risposta più frequente (e anche più generica) è quasi sempre stata del tipo «un’occasione unica» o in alternativa «una vetrina mondiale» per l’Isola. Sì, ma in pratica che significa? A meno di tre mesi dall’inaugurazione dell’Esposizione Mondiale di Milano sul temaNutrire il Pianeta, Energia per la Vita, prevista il prossimo 1º maggio, ecco il primo “tagliando”. La presenza più qualificata della Regione è come capofila del “Cluster Bio-Mediterraneo” un mega-padiglione (7.304 metri quadrati in tutto) che ospita – sul filo di biodiversità, cibo, paesaggio e bellezza – 11 Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum: Albania, Algeria, Egitto, Grecia, Libano, Libia, Malta, Montenegro, San Marino, Serbia e Tunisia. Una grande piazza semicoperta al centro (con cucine all’aperto e spazi dedicati a olio d’oliva, pane e vino) e sotto un pavimento di diverse tonalità di azzurro, una per ogni Paese presente, che fa “galleggiare” il visitatore fra i padiglioni-isole. Tutto attorno, le 21 colonne della piazza, fasciate da supporti quadrati con percorsi didattici collaterali alle tre parti di una mostra su altrettanti “racconti”: le immagini, il cinema e la letteratura. Per coordinare questo spazio la Regione s’è aggiudicata un bando di Expo, al costo di 3 milioni di euro. L’iter è dell’assessorato all’Agricoltura e il responsabile unico del Cluster è il dirigente ed ex assessore Dario Cartabellotta. «Siamo alla fase operativa – ci dice di ritorno da Milano, dove sono stati consegnati i primi padiglioni a Malta e Montenegro – e la tabella di marcia è perfettamente rispettata». Hanno già aderito 149 Comuni (tariffe da 1.500 a 7.500 euro in base al numero di abitanti), 548 aziende di produttori (da 250 a 2.000 euro in base al fatturato) e 104 operatori turistici (canone da 250 a 1.000 euro), ma anche 25 tra Gal (Gruppi di azione locale) e Gac (Gruppi di azione costiera), 20 enti e dipartimenti regionali, 39 fra dipartimenti universitari ed enti di ricerca, 46 scuole, 50 chef e cuochi (fra cui il palermitano Natale Giunta e l’ibleo Peppe Barone), 418 associazioni e fondazioni. «Alla manifestazione di interesse per la partecipazione al Cluster hanno risposto più di 1.400 soggetti – conferma l’assessore Nino Caleca – e questo da una parte è segno di grande interesse alla manifestazione, ma dall’altro ci spinge a una selezione chiara sulla coerenza all’obiettivo del cluster, che è la valorizzazione dell’identità mediterranea, in cui la Sicilia ha un ruolo scritto dalla storia, nel grande tema della biodiversità». La partecipazione non implica la vendita diretta di prodotti, ma la partecipazione in spazi ed eventi del Cluster. L’unico spazio di somministrazione di cibo e bevande (260 posti a sedere) è anch’esso affidato alla Regione, che dovrà versare, per contratto, il 12% degli incassi all’Expo. Il Cluster s’è già dato un “format” giornaliero. Quello fisso, dal lunedì al venerdì, prevede: educazione alimentare per le scuole (dalle 10 alle 12); cooking show sulla dieta mediterranea con gli chef e i prodotti che diventano ricette (dalle 12 alle 14); pomeriggio di vetrina con eventi territori siciliani e Paesi del Cluster (dalle 14 alle 18,30); “Speakeasy” (dalle 19 alle 20,30) un aperitivo con vini siciliani e testimonial di cultura, arte, scienza, spettacolo e sport; dalle 20,30 alle 23 le “serate mediterranee”: feste a tema, musica e spettacoli. Ogni settimana sarà celebrato un territorio della Sicilia e la “festa del weekend” segnerà il passaggio di testimone. «Il programma è pronto», dicono Caleca e Cartabellotta. Una risposta concreta alle critiche sollevate da Sami Ben Abdelaali, contestato consulente del presidente Rorsario Crocetta, sui ritardi organizzativi. La Sicilia apre i suoi eventi con la Settimana delle Isole (Pantelleria, Lampedusa, Eolie e Favignana). «Poi proseguirà con l’area del Palermitano, quella del Trapanese, la costa mediterranea dell’isola, l’area barocca e l’Etna». Dal 14 al 21 settembre «una settimana sarà dedicata alla dieta mediterranea, riconosciuta come patrimonio immateriale dell’Unesco», concludono. Questo, sulla carta, il programma. Ora continua la corsa contro il tempo. Tappe decisive: il 7 e l’8 marzo per la presentazione mondiale del Cluster a Milano, e il 1º maggio, quando l’Expo apre i battenti. E lì dovrà essere tutto impeccabile. Altrimenti sarà davvero una figuraccia. Universale.