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Visse la Spagnola e ha sconfitto il Covid: Zia Lucia (108 anni) eroina di due pandemie

Di Giuseppe Mazzeo |

BRONTE – «La sua longevità è sicuramente un segno della benevolenza divina. Perché mia zia Lucia Castiglione è sempre stata la testimonianza vivente della generosità, dell’altruismo e dell’affetto verso tutti».

Così la signora Lucia Bertino, descrive la zia che sabato scorso, nella casa di Riposo San Vincenzo de Paoli a Bronte, ha festeggiato la bella età di 108 anni. Una vita lunga che sembra veramente un dono se pensiamo quante ne ha passate, attraversando due guerre e due pandemie, ieri la spagnola, oggi il covid, senza mai perdere il sorriso e la forza di continuare. Se la “Spagnola”, infatti, da bambina l’ha solo spaventata, il covid qualche settimana fa l’ha colpita, senza però provocarle una sola linea di febbre. Zia Lucia, nonostante l’età, si è mostrata più forte. Un miracolo che sa di divino, una prova che testimonia la sua robusta fibra, frutto secondo la nipote della riconoscenza di Dio per la generosità che ha sempre dimostrato durante la sua esistenza.

«Io ci credo – afferma infatti la signora Lucia Bertino –. Se mia zia avesse la forza di descriverci la sua vita non potrebbe che raccontarci quanto sia stata generosa con noi e con gli altri. Lei secondogenita di 3 sorelle e 2 fratelli, non solo ha sempre pensato a tutti noi, ma anche a chi era in difficoltà. A chi dava il pane, a chi le lenticchie, a chi altro. E questo sempre, ogni volta che preparava qualcosa. Una volta, dopo aver riscaldato il forno, ha preso una bella pala di brace viva e a piedi, reggendo con forza quella pala arroventata, ha raggiunto la casa di una vicina che sapeva essere al freddo. Per questo suo essere semplice e gentile tutti le hanno sempre augurato la benedizione di Dio e sencondo me Dio li ha ascoltati».

E zia Lucia ha raccontato ai nipoti il periodo della Spagnola: «Ne parlava con timore e preoccupazione. – continua a raccontare la nipote – Ci ha sempre descritto la paura del virus che fortunatamente nessuno in famiglia allora ha contratto».Per il resto zia Lucia è stata un esempio di vita semplice. Vedova, non ha avuto figli e si è dedicata ai nipoti: «La vita con lei era bella. – racconta la nipote Lucia Bertino –, mi capitava di andare a dormire a casa sua ogni volta che il marito contadino rimaneva in campagna. Recitavamo le preghiere e il rosario in dialetto. Sento ancora il sapore delle sue lasagne che preparava con cura per attirarci. Ottima cuoca anche nelle cose semplici. Mio figlio Gianluca ancora oggi sostiene che nessuno meglio di lei sapesse preparare il pane con il latte. Mangiava di tutto, ma soprattutto sano preferendo, legumi verdure e passate di pomodoro. Poche fritture e niente vino o alcolici».

Oggi zia Lucia, nonostante l’età, sta bene. Abbastanza lucida, canta ancora “Quel mazzolin di fiori” recita una poesia di Natale che ha imparato da bambina. La sua salute non è stata sempre di ferro. La nipote racconta che da giovane aveva sempre qualche malanno, la sciatica l’ha infastidita parecchio ed a 75 anni ha pure avuto un ictus da cui è totalmente guarita. A qualche mese dai 100 anni si è pure fratturata un femore. Fino a quel giorno ha sempre voluto abitare da sola. «La sua vita è un esempio – ha affermato il sindaco Pino Firrarello – testimonianza di quei valori che purtroppo sembrano perduti. Se non ci fosse stato il covid avremmo organizzato una grande festa per celebrare i suoi 108 anni ed una vita dedita alla famiglia ed agli altri. Bronte le è riconoscente e fiera di potersi confermare grazie anche a lei paese di centenari e terra di vita sana».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA