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Cronache di una marziana

Razzismo, amore e super “fuffa”, aspettando Nibiru

La sera del 22 settembre sono andata a letto nella speranza di poter incappare in quello che Nassim Nicholas Taleb definisce un cigno nero: l’evento improvviso che modifica l’ordine delle cose...

Di Redazione |

La sera del 22 settembre sono andata a letto nella speranza di poter incappare in quello che Nassim Nicholas Taleb definisce un cigno nero: l’evento improvviso che modifica l’ordine delle cose, a dimostrazione di come il caso regoli le nostre vite più di quello che pensiamo. Gli attacchi dell’11 settembre sono stati un cigno nero; il tacchino che un giorno riceve un colpo mortale, invece del suo solito pasto, vive in prima persona l’effetto di un cigno nero. Se il polpettaro internazionale Matt Rogers avesse veramente azzeccato la data della fine del mondo, il 23 settembre sarei potuta essere una particella del tutto insieme al ricordo di un’estate rovente, razzista, sessista, atomica e agguerrita. Il 22 sera sono andata a letto con la certezza che il Pianeta X Nibiru avrebbe fatto il suo dovere, sarebbe apparso e ci avrebbe annientati. Unica nota dolente: la consapevolezza di dover morire di colpo senza il tempo di farsi una risata a denti stretti, ho immaginato Matt Rogers con l’indice alzato proprio nell’istante prima dello schianto, un monito silente che nessuno avrebbe mai visto. Peccato. Per potermi abbandonare alla potenza di questa suggestione ho fatto finta di non sapere che se un pianeta fosse così prossimo alla Terra e tanto grande da poterla finalmente disintegrare si sarebbe visto anche ad occhio nudo già alcune settimane prima dello schianto memorabile (proprio come mostra il regista Lars von Trier nel suo Melancholia).

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