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Il nuovo video dell’au­to­re di “Si­ci­ly Land of Myth”: «Così racconto an­co­ra la vostra isola»

Di Redazione |

«Se mi do­man­di qua­le sia il mo­ti­vo prin­ci­pa­le per cui mi sono in­na­mo­ra­to del­la Si­ci­lia, for­se non sa­prei ri­spon­de­re, ma quel­lo che vor­rei è che l’i­so­la splen­des­se in que­sti tem­pi dif­fi­ci­li». Il vi­deo­ma­ker fran­ce­se Ju­lien Zol­li, au­to­re di “Si­ci­ly, land of Myht” l’au­dio­vi­si­vo che due anni fa su­pe­rò il mi­lio­ne di vi­sua­liz­za­zio­ni, ha da poco pub­bli­ca­to il suo nuo­vo la­vo­ro de­di­ca­to alla tri­na­cria: “Sto­ry of Sci­ly”. In­ter­vi­sta­to per l’oc­ca­sio­ne, il ven­ti­set­ten­ne pa­ri­gi­no (ma ori­gi­na­rio di La Ro­chel­le) ci ha rac­con­ta­to del­le sue pas­sio­ni, dei suoi pro­get­ti pre­sen­ti e fu­tu­ri e dei se­gre­ti del suc­ces­so di que­ste straor­di­na­rie nar­ra­zio­ni per im­ma­gi­ni.

Com’è nata la tua pas­sio­ne per l’au­dio­vi­si­vo?«Mi sono ap­pas­sio­na­to da ado­le­scen­te. Quan­do, al­l’e­tà di quin­di­ci anni, ac­qui­stai la mia pri­ma vi­deo­ca­me­ra, ini­ziai a ri­pren­de­re la mia fa­mi­glia e ciò che mi ac­ca­de­va in­tor­no ogni gior­no. La pri­ma vol­ta che pre­si co­scien­za del­le po­ten­zia­li­tà di ciò che fa­ce­vo fu dopo il ma­tri­mo­nio di due ami­ci. Quan­do vi­de­ro il vi­deo che ave­vo fat­to per loro scop­pia­ro­no in la­cri­me. Ave­vo ca­pi­to di ave­re un po­ten­zia­le, ma non sa­pe­vo an­co­ra come sfrut­tar­lo».

Poi co­s’è suc­ces­so?«Per un po’ ho con­ti­nua­to a pro­dur­re bre­vi vi­deo per gli ami­ci, ma la vera svol­ta è ar­ri­va­ta con il mio pri­mo viag­gio in Si­ci­lia. L’i­dea era quel­la di rac­con­ta­re un modo di vi­ve­re di­ver­so dal mio, ma che non mi co­strin­ges­se ad an­da­re trop­po lon­ta­no. Ero già sta­to in Nord Ita­lia, ma il Sud è tut­ta un’al­tra cosa».

Cosa ti ha col­pi­to così tan­to del­la Si­ci­lia?«L’ar­chi­tet­tu­ra, la sto­ria, i pae­sag­gi, le spiag­ge e il buon cibo. Mi ave­va­no par­la­to del­la vo­stra ter­ra come qual­co­sa di straor­di­na­rio e que­sta im­pres­sio­ne mi è sta­ta con­fer­ma­ta già men­tre l’ae­reo scen­de­va su Pa­ler­mo. Una vol­ta sul po­sto, poi, ho ca­pi­to che a fare la dif­fe­ren­za sa­reb­be sta­to il modo che i si­ci­lia­ni han­no di dar­ti il ben­ve­nu­to e l’a­mo­re che han­no nel con­di­vi­de­re le cose bel­le».

Come è sta­to rea­liz­za­to “Si­ci­ly, the land of myth”?«Ave­va­mo solo sei gior­ni per vi­si­ta­re il mag­gior nu­me­ro di luo­ghi pos­si­bi­li e tut­to è sta­to cal­co­la­to al mil­le­si­mo. Sia­mo par­ti­ti da Pa­ler­mo, ma sia­mo sta­ti an­che a Se­ge­sta, Agri­gen­to, Ce­fa­lù e sul ver­san­te orien­ta­le del­l’i­so­la. La cosa che più mi ha col­pi­to è sta­ta sa­li­re sul­l’Et­na, ave­re l’im­pres­sio­ne di sen­ti­re vivo il vul­ca­no è qual­co­sa di in­cre­di­bi­le, ed è pro­prio ciò che ho cer­ca­to di rac­con­ta­re nel vi­deo».

Que­sto vi­deo ha oggi su­pe­ra­to il mi­lio­ne di vi­sua­liz­za­zio­ni. Qua­li cre­di sia­no sta­ti i mo­ti­vi di que­sto enor­me suc­ces­so?«Cre­do che sia pia­ciu­ta mol­to la pro­spet­ti­va di chi sco­pre l’i­so­la per la pri­ma vol­ta. Il re­sto lo han­no fat­to so­cial come Fa­ce­book, You­tu­be e Vi­meo. I feed­back sono sta­ti in­cre­di­bi­li, e mi ha mol­to col­pi­to che mi ab­bia­no scrit­to pa­rec­chi si­ci­lia­ni emi­gra­ti rin­gra­zian­do­mi di aver dato loro l’op­por­tu­ni­tà di ri­ve­de­re la loro ter­ra nei miei vi­deo».

Da al­lo­ra sei tor­na­to al­tre vol­te in Si­ci­lia. A cosa stai la­vo­ran­do ora?«Sono tor­na­to in Si­ci­lia al­tre vol­te e per me è un vero pia­ce­re per­ché ogni vol­ta sco­pro qual­co­sa di nuo­vo. Gra­zie al sup­por­to eco­no­mi­co di un ho­tel si­ci­lia­no ho rea­liz­za­to un nuo­vo vi­deo, ap­pe­na pub­bli­ca­to, in­ti­to­la­to “Sto­ry of Si­ci­ly”, che spe­ro pos­sa emo­zio­na­re come ha fat­to il pre­ce­den­te».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA