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I dolci di Pasqua in Sicilia, “bocconotti” e “Spina Santa” tra i “gioielli” tramandati dai conventi

Ricette preziose che racchiudono secoli di storia e che svelano la maestria con cui venivano e vengono ancora preparate

Di Carmen Greco |

Pasqua in Sicilia è il viaggio gastronomico più bello dell’anno. Un viaggio soprattutto alla riscoperta dei dolci conventuali patrimonio sempre più raro (se non dimenticato) portato avanti nei pochissimi monasteri ancora attivi e recepito da pasticcieri illuminati.Vengono fuori ricette con almeno quattro secoli di storia, tramandate gelosamente, sia nella composizione degli ingredienti sia nella manualità. Perché soprattutto di manualità si tratta almeno nelle fasi della decorazione.

Le “chicche”

Ma quali sono le “chicche” che si trovano ancora? Ne citiamo solo alcune e partiamo da Mistretta, sui Nebrodi dove ci sono dei dolci di pasta reale bianca che sono delle vere opere d’arte. La tipicità di questi dolci era che si facevano nelle famiglie ricche e l’usanza era decorare ogni “pezzo” con lo stemma di famiglia, lo stesso che si trovava nella chiave di volta delle facciate dei palazzi. Se, per esempio, il simbolo era il giglio, la famiglia faceva i dolci con il giglio e li regalava ad amici e parenti. Quando arrivavano a casa, il destinatario sapeva chi li mandava ancor prima di leggere il biglietto di accompagnamento.

Il dolci del Gattopardo

A Palma di Montechiaro sono famose – fra gli altri dolci di Pasqua – le cassatelle. Quando nel Gattopardo il principe don Fabrizio Salina va a visitare il convento di Palma di Montechiaro, edificato da sua zia, la beata Corbera, gli vengono offerti questi dolcetti a base di pasta di mandorla, come tutti i dolci conventuali di Palma, la cui tradizione è stata ereditata e viene tramandata da Concetta Marino, pasticciera che ha vissuto sin da bambina nel convento e lì ha appreso dalle suore benedettine l’arte di queste preparazioni. La cassatella ha generalmente forma a stella, rotonda o a cuore, all’esterno c’è una glassa bianca con due fiorellini verdi e uno rosso. Il ripieno poggia su una base di pasta di mandorla ed è composto da zuccata imbevuta di un liquore dalla ricetta segreta.

I “bocconotti”

Nel convento di clausura benedettino S. Michele Arcangelo a Mazara del Vallo si preparano i “bocconotti” (i nomi dei dolci sono spesso comuni fra conventi ndr) già citati in una bolla del 1575 del Sinodo di Mazara che ammoniva: «Non si devono consumare né cassata né questi dolcetti pasquali al di fuori del periodo pasquale, perché hanno proprietà altamente afrodisiache». Nel convento di clausura di Alcamo ormai chiuso definitivamente, si facevano le “paste nuove” riprese oggi da alcuni pasticcieri dell’agrigentino. Il motivo del nome di questi dolci ha due versioni: la prima, frutto della fantasia gastronomica, che lega l’aggettivo “nuove” alla scoperta del Nuovo Mondo, perché realizzate dopo il 1492; l’altra versione vuole che il dolce sia prodotto con le mandorle “nuove”. Il formato resta sempre lo stesso: un involucro esterno che fa da contenitore ad un contenuto interno: l’esterno è sempre una pasta di mandorla e la parte interna è composta da zuccata, cedro e pistacchi.

Le specialità nissene

A Caltanissetta, due simboli della tradizione pasquale tramandati dalle cucine dei conventi sono la “Spina Santa” e la “Crocetta”. Questi dolci sono stati “recuperati” dal maestro pasticciere Lillo De Fraia e provengono dal Convento di clausura Santa Croce della Badia, in attività fino al 1908. Gli attivisti del Comitato Santa Croce si sono intestati una battaglia per non far morire questa tradizione e De Fraia li ha realizzati risalendo alle ricette originali.In particolare le Spine Sante sono dei biscotti preparati con farina di Maiorca, mandorla, zucchero, miele. Il ripieno è fatto con una confettura di gelsi e cotognata e la punta della spina è bagnata nel cioccolato fondente. Questi biscotti vengono poi disposti a cerchio a formare proprio una suggestiva “corona” di spine.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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