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“Le cucine di Camilleri”: a Ragusa tre giorni di festa con degustazioni, spettacoli, incontri

Un'immersione nei sapori delle pagine dello scrittore. La figlia: «Papà sapeva cucinare, faceva gli arancini e la "munnizza"»

Di Redazione |

Gli ormai iconici arancini, ma anche la pasta ‘ncasciata, le sarde a beccafico, la pappanozza, i purpi a strascinasali, la caponatina, i cannoli: sono solo alcuni dei piatti della cucina siciliana, diventati, con uno sguardo personale, parte integrante della letteratura di Andrea Camilleri. Un’immersione nei sapori, che tra cibo, vino, teatro, musica, racconto, tradizione e invenzione sarà protagonista in “Le cucine di Camilleri”, una tre giorni di eventi, incontri, performance e degustazioni a Ragusa Ibla dal 6 all’8 giugno nell’ambito delle celebrazioni legate al centenario dalla nascita dello scrittore.

Guglielmo Ferro: “Camilleri trascende la Sicilia”

«Anche attraverso le sue ricette, Camilleri trascende la Sicilia e così sa arrivare a un pubblico molto più ampio. C’è anche nella sua cucina quella sottilissima differenza fra la realtà e il mondo che evoca. È come il suo siciliano. Le sue ricette non sono esattamente siciliane, sono anche quelle letterarie, sono anche quelle riviste, sono anche quelle inventate. Per lui il cibo è principalmente una condivisione che va oltre la tavola, e da qui nasce tutto il progetto» spiega Guglielmo Ferro, direttore del Teatro Quirino – Vittorio Gassman, che cura l’iniziativa promossa dalla Camera di Commercio del Sud Est Sicilia in collaborazione con Fondo Andrea Camilleri e Comitato Nazionale Camilleri 100 in collaborazione con il Comune di Ragusa e Mirabilia Network.

Degustazioni, concerti, ospiti Cesare Bocci e i Fratelli Mancuso

Fra gli appuntamenti, oltre alle degustazioni, realizzate anche insieme a Slow Food, di prodotti, vini e preparati tipici ispirati ai piatti nei romanzi dello scrittore e non solo, ci saranno il recital con Moni Ovadia e Mario Incudine su testi di Camilleri; la giornata di studi “La realtà a strati: letture critiche, impatti socioeconomici e sfide dell’universo di Montalbano”; Cesare Bocci, che accompagnato da musicisti leggerà racconti del commissario nel Circolo di Conversazione (che il pubblico televisivo conosce perché era il luogo, nella fiction, dove Montalbano incontrava spesso il dottor Pasquano, nella foto sopra); il concerto evento dei Fratelli Mancuso, nomi di riferimento nella musica popolare, che presenteranno brani tratti dall’album “Manzamà”, vincitore nel 2021 del Premio Tenco per il miglior album in dialetto.

«L’obiettivo di questa tre giorni è anche restituire a Camilleri quello che lui ha dato a quest’area della Sicilia – spiega Antonio Belcuore, commissario Straordinario della Camera di Commercio del Sud Est Sicilia -, se ha una notorietà internazionale lo deve ai suoi libri». È un evento «che penso avrà una grande risonanza – spiega Felice Laudadio, presidente del Comitato Nazionale Camilleri 100 – Il programma di eventi per il centenario è partito a marzo e colpisce quanto il pubblico sia di tutte le fasce d’età, compresi moltissimi giovani». A Laudadio, amico dello scrittore, è capitato varie volte di mangiare a casa sua i famosi arancini: «Era una festa di partecipazione. Il pranzo, con i cibi che racconta, era l’occasione di stare insieme, di vivere il concetto di gruppo».

La figlia: “Papà sapeva cucinare, faceva gli arancini e la “munizza”

Le ricette «che papà metteva nei suoi romanzi – spiega Andreina Camilleri, la figlia maggiore dello scrittore, presidente del Fondo Andrea Camilleri – erano quelle della sua famiglia. Sua mamma era una grande cuoca e anche i suoi zii erano molto bravi. Sapeva cucinare anche lui; faceva, ad esempio, gli arancini o la “munnizza”, un piatto povero che si prepara con le verdure cotte e le gallette».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA