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Quel sapore in più del vino degustato nella Neapolis di Siracusa fra le “pietre” della Storia

L'associazione italiana sommelier ha dato vita al primo galà dei vini nell’area del Parco archeologico. Il debutto con i vini del Val di Noto, previsti altri due appuntamenti

Di Carmen Greco |

La storia del vino, la storia di Siracusa, la storia dei vitigni introdotti dai greci. Nel Parco archeologico di Siracusa le “storie” si sono incrociate fra l’orecchio di Dionisio e la Grotta dei Cordari, sotto lo sguardo enigmatico dei “giganti” di Mitoraj in una serata dedicata ai vini e all’olio del Val di Noto.Il primo di tre appuntamenti organizzati dall’Associazione italiana sommelier di Siracusa che ha messo insieme undici produttori con trenta vini in degustazione (oltre a un focus sui liquori e uno sull’olio) oltre a una suggestiva masterclass all’ombra delle Latomie del Paradiso.

Deus ex machina del “Sic Est” – così è stato chiamato – questo galà dei Vini del Val di Noto, Alessandro Carrubba, delegato Ais per la provincia di Siracusa: «Vogliamo dare il giusto valore alle cantine, nel posto giusto – ha affermato -. Non per niente abbiamo parlato di Albanello, uno dei vitigni più antichi di Siracusa tenuto in vita da pochissimi produttori, di Moscato bianco di Siracusa, il vino più antico d’Europa diretto discendente del vino Pollio, vogliamo portare la storia del vino all’interno del Parco. Abbiamo organizzato tutto in una ventina di giorni, anche perché ho avuto la fortuna di incontrare il direttore del Parco archeologico, Carmelo Bennardo, che mi ha dato carta bianca». «Questo significa per me creare sinergie – ha dichiarato Bennardo – arricchire ulteriormente l’offerta culturale di un’area straordinaria che ci invidia tutto il mondo».

Alessandro Carrubba delegato Ais Siracusa

Feedback più che positivi dai produttori. «L’adoro, è un connubio cultura-vino che è fondamentale», ha sostenuto un’entusiasta Francesca Curto. Sulla stessa linea Angela Sergio, presidente del Consorzio Vini del Valdinoto: «Penso sia la testimonianza di un momento di dialogo fra produttori e associazioni come Ais. Essere protagonisti in questa location è fantastico ed è il momento giusto, vuol dire che i vari attori del territorio stanno iniziando a collaborare per raccontare il vino, è scattato quello “switch” in cui c’è la consapevolezza di un territorio bellissimo, di aziende che stanno migliorando sempre di più dal punto di vista della qualità e di un dialogo in cui tutti navighiamo nella stessa direzione».Per Marilina Paternò «questa iniziativa serve a valorizzare Siracusa e il suo territorio in un posto meraviglioso come questo nel momento più significativo con le rappresentazioni classiche in corso. Si vede che finalmente c’è una volontà anche da parte delle Istituzioni di unirsi al mondo del vino il quale riesce a creare questi momenti e a valorizzare arte e cultura».

«Ottima iniziativa e giusta location – le fa eco Sebastiano Gulino -. Moscato, Nero d’Avola, sono vini che hanno 2500 anni di storia, peccato che oggi la grande crisi mondiale del vino guardi solo all’espansione delle industrie e non ai piccoli territori. Mi piace dire che noi, piccoli produttori, siamo la riserva indiana della storia “senza tradimenti”, perché vinificare tante volte è un tradimento del territorio. Noi lo facciamo senza tante sofisticazioni, senza tanta farmacia, senza tante aggiunte. Territorio in purezza che ripete la nostra storia come questo luogo immodificato nel tempo e le tragedie sempre attuali, perché perpetuano all’infinito gli archetipi dell’uomo».

«Ce ne dovrebbero essere tante iniziative del genere – dice Daniela Barbera – è un modo per riunire tanti produttori e far conoscere i vini in un contesto bellissimo che unisce cultura archeologica e cultura del vino». Salvatore Marino: «Molto bello, di sicuro vino e archeologia si fondono insieme in un dialogo meraviglioso, poter parlare dei miei vini proprio qui è un privilegio».Le prossime due date sono previste il 21 giugno e il 12 luglio sempre nel Parco archeologico di Siracusa e la formula sarà la stessa: 10 produttori di vino, uno d’olio, uno di liquore e due Consorzi di tutela chiamati a raccontare i loro prodotti. Il 21 giugno ci sarà la Fivi (Federazione italiana vignaioli indipendenti), la cui vicepresidente nazionale è la produttrice siracusana Carmela Pupillo, mentre nell’ultima serata protagonista sarà la Strada del vino del Val di Noto.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA