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Caltanissetta, una spedizione punitiva a Riesi finisce con il duplice tentato omicidio: 5 arresti

Lo scorso 10 settembre negli ospedali di Riesi e Gela si sono presentati due feriti con arma da fuoco

Redazione La Sicilia

23 Settembre 2025, 07:44

Una spedizione punitiva, due persone ferite a colpi di arma da fuoco finite in ospedale e dopo 13 giorni da quel fatto di sangue registrato a Riesi, in provincia di Caltanissetta, i carabinieri hanno arrestato cinque persone accusate a vario titolo di tentato omicidio, porto abusivo di armi e detenzione di armi clandestine.

L'episodio

Lo scorso 10 settembre negli ospedali di Gela e Mazzarino si sono presentate due persone ferite con armi da sparo. Si tratta della gelese Simona Maganuco di 27 anni e del riesino Roberto Prestifilippo di 21. Il più grave è stato Prestifilippo sottoposto ad intervento neurochirurgico.

Le indagini

Subito dopo l'episodio di sangue i carabinieri di Gela e Riesi si sono messi subito al lavoro per chiarire i contorni del doppio ferimento e hanno effettuato anche i rilievi sulla scena criminis, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Caltanissetta, hanno consentito di acquisire convergenti elementi indizianti a carico di cinque soggetti, provenienti da Gela, Mazzarino e Riesi, ritenuti, secondo l’impostazione accusatoria, a vario titolo responsabili di concorso in tentato omicidio, porto abusivo di armi comuni da sparo in concorso e detenzione di arma da fuoco clandestina; quattro di essi annoverano svariati precedenti di polizia per reati di diversa natura.

La ricostruzione

Il quadro indiziario recepito nel provvedimento cautelare descrive una vera e propria spedizione armata all’interno dell’abitazione dei due fratelli riesini, da parte di un gruppo composto da 4 giovani provenienti da Mazzarino e Gela, che secondo la ricostruzione effettuata avrebbero pianificato l'agguato nei minimi dettagli.

Come documentato dall’analisi delle registrazioni degli impianti di videosorveglianza presenti nella zona, uno degli indagati avrebbe inizialmente raggiunto l'abitazione di Riesi da solo, probabilmente per accertarsi che non vi fossero terzi estranei e quindi potenziali testimoni, per poi fare ritorno poco dopo con i complici, armati di due pistole, una calibro 380 e una 6,35.

Secondo le testimonianze raccolte, la sparatoria sarebbe stata preceduta da una colluttazione, durante la quale uno dei fratelli avrebbe provato a reagire contro chi lo teneva sotto tiro, e in quel frangente sarebbe partito un colpo che ha ferito uno degli aggressori. Subito dopo, la persona obiettivo dell'agguato, cioè Roberto Prestifilippo, veniva attinta da un colpo alla schiena.

Il riscontro

All’interno dell’abitazione teatro dell’agguato, oltre alle tracce della sparatoria poco prima consumatasi, tra cui numerosi bossoli di calibro differente (cal. 380 e cal. 6,35) un paio di occhiali presumibilmente perso da un componente del gruppo di fuoco, è stato rinvenuto un fucile di fabbricazione artigianale, ritenuto in particolare nella disponibilità di una delle vittime dell'agguato.

Gli esiti delle serrate indagini condotte nell’immediatezza hanno permesso di raccogliere rapidamente indizi convergenti sugli autori dell'agguato, mentre gravi indizi di prova a carico in particolare di uno dei fratelli riesini circa la detenzione dell'arma clandestina sono stati acquisiti nel corso della perquisizione.

Il Giudice per le indagini Preliminari presso il Tribunale di Gela, condividendo il quadro indiziario posto a fondamento della richiesta di misura cautelare formulata dalla Procura della Repubblica, ha emesso ordinanza di applicazione della detenzione in carcere per 4 degli indagati, mentre per il quinto è stata disposta la misura degli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico.