Gela, affiorano altri reperti ellenistici nella zona di Caposoprano
Nuove scoperte in un’area privata con vari materiali recuperati
Il sottosuolo gelese non finisce mai di stupire e continua a restituire ai gelesi testimonianze del periodo greco. L’archeologia preventiva (e quindi la sorveglianza della Soprintendenza nei cantieri di opere pubbliche e private e la presenza dell’archeologo sul posto) si è rivelata negli anni, la scelta giusta per portare alla luce lembi della città antica.
Non tutto ciò che viene scoperto può poi essere portato alla pubblica fruizione, ma i reperti possono essere restaurati ed esposti al museo, quando riaprirà.
L'ultima scoperta
Ciò che affiora consente anche agli studiosi di fare valutazioni sulla storia della città greca di Gela, la sua urbanistica, gli usi e i costumi. Si chiamano scavi di emergenza quelli che vengano effettuati quando, durante la sorveglianza di un cantiere edile, emergono indicatori archeologici e si rende necessario approfondire con uno scavo stratigrafico. L’ultimo caso del genere si è verificato a Caposoprano (quartiere che presenta vari insediamenti di età ellenistica) in un’area sottoposta già dagli anni Settanta a vincolo archeologico. La sensibilità verso le attività archeologiche, cresciuta in città notevolmente, fa girare di volta in volta le voci su scavi in corso e scoperte che via via vengono effettuate. Dalle poche notizie che trapelano dalla Soprintendenza di Caltanissetta (che riceve puntualmente le relazioni di archeologi che operano nei cantieri. In questo caso sono stati presenti il dott. Eugenio Maniscalco con l’ispettore Antonio Catalano) in quell’area sono emerse diverse fasi di frequentazione con materiale archeologico databile dal IV sec. a.C. alla metà III sec. a.C. Si tratta quindi di età tardo classica e proto ellenistica.
L'area
Osservando l’area si comprende che c’è un lembo di un ambiente che sembra essere un’abitazione privata. Sono venuti alla luce materiali eterogenei fra cui ceramica acroma, a vernice nera, anfore, tegole fittili, coroplastica, metalli come oggetti in bronzo e ferro, ossa, malacofauna. Fra i materiali archeologici meglio conservati vi sono un un grande bacile fittile, una statuina fittile con polos, uno spillone in bronzo, un supporto di lucerna fittile, un piccolo cratere a campana in miniatura e unguentari.
L’indagine archeologica in quest’area di Caposoprano deve essere ancora approfondita mentre altri scavi sono in agenda in cantieri pubblici della città.