Caltanissetta
Gela, il volontariato all’interno del carcere al centro di un master da 110 e lode
GELA (CALTANISSETTA) – Un’esperienza di volontariato condotta all’interno del carcere di Balate diventa oggetto della tesi conclusiva di un master dell’Università di Catania e riscuote un notevole successo tanto che il suo autore, il dott. Carlo Varchi, che è anche il protagonista dell’iniziativa di volontariato, ottiene il massimo dei voti cioè 110 e la lode. Un risultato prestigioso che Varchi, commerciante e psicologo, impegnato da sempre nell’asociazionismo, ha centrato ieri, giorno in cui si è concluso il master di II livello in Psichiatria e psicologia forense presso l’Università degli studi di Catania per 24 futuri Ctu cioè i delegati del giudice. Tra i partecipanti al master, svoltosi per un anno al Policlinico di Catania, c’erano funzionari di polizia, dirigenti delle R.e.m.s., psicologi, medici legali, avvocati ed educatori. I corsisti, selezionati attraverso un bando a numero chiuso, hanno tutti superato l’anno accademico con successo.
Il corso, altamente professionalizzante, ha visto toccare discipline che vanno dal campo clinico a quello investigativo-criminologico. I corsisti si sono cimentati su questioni delicate come l’ambito forense, la capacità di relazionare in equipe multidisciplinare toccando argomenti legati alla pericolosità sociale, incapacità di intendere e volere, incompatibilità carceraria, capacità genitoriale nonché interfacciarsi con i Tribunale di riferimento in varie indagini di cui sono delegati. La parte sperimentale della tesi dal titolo “La funzione rieducativa della pena e l’importanza del volontariato in carcere” è stata l’esperienza che il dott Varchi ha condotto all’interno del carcere di Balate l’estate scorsa. Agli ospiti del penitenziario è stato proposto un programma per la creazione di un orto e di un’area attrezzata per i colloqui in presenza di bambini. Dalla semina, alla decorazione dei vasi all’abbellimento dello spazio interno al carcere: tanti momenti descritti nella loro valenza educativa ma anche ai fini rieducativi. E dulcis in fundo il raccolto dei prodotti seminati nell’orto da usare nella cucina del penitenziario.Tutti passaggi che Varchi descrive con naturalezza per averli vissuti dal momento della progettazione a quello della realizzazione. Peraltro sono circa 10 anni che opera nell’ambito del volontariato in carcere a cominciare dalla collaborazione con il Garante dei diritti dei detenuti.
L’attività di volontariato descritta nella tesi si sostanzia come un progetto pilota nel campo della rieducazione dei detenuti e del loro reinserimento sociale, tema quanto mai attuale in questo particolare momento del dibattito politico nazionale.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA