Nella città di Gela si ricorda Camilleri con un premio a lui dedicato tra i vigneti
Tra i premiati dal CeO di Casa Grazia Silvana Grasso
I cento anni di Andrea Camilleri sono stati celebrati a Gela con la prima edizione del Premio Vigàta all’insegna del ricordo e del racconto.
Il primo premio
Il ricordo del 1982, l’anno in cui Camilleri non era ancora il famoso “papà” di Montalbano ma uno scrittore al debutto. Il primo premio letterario della sua brillante carriera lo ricevette a Gela in quell’anno. Gli fu conferito dall’Accademia Eschilea fondata a Gela dal poeta Federico Hoefer, suo amico di un’infanzia felice che insieme trascorsero a Porto Empedocle tra sabbia, mare e giochi. Un ricordo indelebile per Camilleri: anche negli anni in cui toccò l’apice del successo e continuava a sentirsi al telefono con l’amico Hoefer ne faceva spesso riferimento.
Il forte legame
Questo filo sottile e mai reciso è stato l’input per la nascita del Premio biennale Vigàta dedicato al maestro per premiare chi, oggi tiene accesa la fiamma del raccontare luci e ombre della propria terra con la forza arguta e della parola. La cerimonia della prima edizione del Premio Vigàta si è svolta venerdì sera in un luogo suggestivo, tra le dune e i vigneti dell’azienda vitivinicola Casa Grazia della famiglia Brunetti.
Un luogo ideale simbolo di quel cibo e quel vino che hanno una funzione essenziale nei racconti di Montalbano fin dal suo primo romanzo. Indimenticabili gli arancini, le sarde a beccafico, le triglie fritte, i polipetti affogati e il vino rosso che gli porta in dono suo padre, che lo produce e che il commissario sorseggia con soddisfazione.
L'evento
A presentare l’evento è stata la giornalista del Corriere della Sera Ornella Sgroi. La giuria presieduta dalla professoressa Sarah Zappulla Muscarà, (componenti Andrea Cassisi, giornalista di Avvenire, Felice Cavallaro, giornalista del Corriere della Sera, Maria Grazia Di Francesco Brunetti, ceo di Casa Grazia, Francesco Liardo, cfo di Sicilsaldo Group) ha premiato per il giornalismo, Donata Agnello, direttrice del mensile "I love Sicilia" e Mario Andreose, giornalista, presidente de “La nave di Teseo”. Per la narrativa, Michele Brambilla con “Non è successo niente di grave” (Baldini+Castoldi) e Paolo Di Stefano, con “Una giornata meravigliosa” (Feltrinelli).
Un premio speciale alla produzione letteraria è stato conferito alla scrittrice e filologa Silvana Grasso la cui scrittura vulcanica era molto amata da Camilleri. La scrittrice che ha vissuto a lungo a Gela, ha incantato il pubblico con la sua potente vis narrativa e l’attrazione di una lingua magmatica in cui il siciliano ha un forte potere educativo. Partner del premio è stata l’associazione Fondo Camilleri.
C’è stato il patrocino del Comune nell'ambito dell'iniziativa "Gela tra mito e letteratura" in collaborazione con il Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Centenario della nascita di Andrea Camilleri, con il Centro di Cultura e Spiritualità Cristiana "Salvatore Zuppardo".
La cerimonia
La cerimonia è stata aperta da Maria Grazia Di Francesco Brunetti, Ceo di Casa Grazia. «A lui, maestro della parola, cantore della Sicilia - ha detto - Casa Grazia vuole rendere omaggio con questo premio letterario ispirato all'amore che ha avuto per tutta la sua vita, alla sua terra d'origine, Porto Empedocle, la sua Vigàta immaginaria, metafora di una Sicilia complessa dove le storie intrecciano luci ed ombre del paesaggio architettonico, rurale e umano, raccontate con quell'arguzia ed ironia che lo hanno reso famoso in tutto il mondo.
Con lui, i profumi ed i sapori della nostra terra, il vino, l'olio e la cucina diventano un modo di stare al mondo dei suoi personaggi. Andrea Camilleri ci ha insegnato, che raccontare è un atto di resistenza, un modo per restare vivi, per capire chi siamo».