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l'inchiesta

Un sacerdote e due consiglieri comunali di Gela indagati per corruzione e truffa

I carabinieri hanno notificato dei provvedimenti cautelari. Le indagini della Procura gelese

Di Redazione |

C'è anche un sacerdote della Diocesi di Piazza Armerina (Enna) e due consiglieri del Comune di Gela (Caltanissetta) tra i destinatari delle misure cautelari eseguite dai carabinieri del reparto territoriale di Gela su disposizione della locale Procura. Si tratta di don Giovanni Tandurella parroco della cattedrale di Piazza Armerina mentre i due consiglieri sono di FdI. Quattro in tutto gli indagati: una persona è finita ai domiciliari, per altri tre è stato disposto il divieto di esercitare per un anno uffici direttivi in imprese o società e l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria. Sono accusati a vario titolo di corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, circonvenzione d’incapace, truffa, appropriazione indebita e riciclaggio.

Il Gip ha disposto anche il sequestro preventivo di una unità immobiliare, del valore di circa 75 mila euro e di diversi conti correnti riferibili al sacerdote. L'inchiesta, si legge in una nota della Procura di Gela, «scaturisce da un’indagine avviata a gennaio del 2020 dal nucleo operativo e radiomobile dei carabinieri dopo le denunce di familiari di anziani ricoverati in un istituto pubblico di assistenza e beneficenza, operante sotto il controllo della Regione Siciliana».

Negli esposti si segnalava «il grave peggioramento delle condizioni di vita dei propri cari, concomitante con un notevole aumento delle quote di compartecipazione alle rette». Dalle indagini, ricostruisce la Procura, «sono emersi episodi corruttivi in relazione alla illegittima cessione, agevolata da uno dei due consiglieri comunali, dell’istituto ad una società privata di Gela, operante nel settore dell’assistenza sanitaria per disabili, gestita da un imprenditore del luogo e dall’altro consigliere».

«In particolare – sostiene l’accusa – il sacerdote, legale rappresentante dell’istituto pubblico, senza osservare le procedure previste dalla normativa in materia di appalti pubblici, avrebbe svenduto la struttura, cedendola in locazione alla società privata, a un canone inferiore a quello di mercato, ottenendo in cambio favori di varia natura, nonché somme di denaro versate ad un suo congiunto». 

«Massima fiducia nell’operato della Magistratura auspicando che al più presto venga fatta chiarezza sui fatti avvenuti nelle sedi opportune», dice la Diocesi di Piazza Armerina, dopo l’arresto di don Tandurella. Sui social sono apparse decine di commenti, sull'operato del vescovo della Diocesi piazzese, monsignor Rosario Gisana, già nell’occhio del ciclone per la vicenda di don Giuseppe Ruolo, arrestato per violenza sessuale su minori. Al vescovo sui social viene chiesto come mai nonostante la notizia dell’inchiesta fosse di dominio pubblico, dopo l’incidente probatorio fatto alla vecchietta che ha fatto una grossa donazione di denaro proprio all’Ipab gelese finita sotto accusa, avesse lasciato don Tandurella a capo della cattedrale di piazza Armerina. Tandurella fino al 2020, è stato anche responsabile dell’8 per mille della Diocesi di Piazza, si dimetterà dopo l’avvio dell’inchiesta della Procura di Gela, rimanendo responsabile degli edifici di culto.   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA