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La denuncia

Obbligazioni venezuelane, banca nissena condannata

L’aver puntato i propri risparmi su un fondo estero errato ha fatto sprofondare nella disperazione una donna che si è ribellata a suon di carte bollate

Di Redazione |

Investire il proprio denaro per farlo aumentare grazie agli interessi se da una parte è un gioco dall’altra può diventare anche un azzardo, in particolare quando l’istituto bancario presenta le note informative dopo tre anni circa dall’investimento effettuato. L’aver puntato i propri risparmi su un fondo estero errato ha fatto sprofondare nella disperazione una donna che si è ribellata a suon di carte bollate e alla fine l’ha spuntata contro l’istituto bancario che ora le dovrà restituire una considerevole somma: quella investita più interessi legali.

Al centro della vicenda giudiziaria una niscemese che ha investito i risparmi di una vita sulle obbligazioni venezuelane affinché quel conto economico aumentasse, ma con il trascorrere del tempo si è ritrovata con un “pugno di mosche” in mano così alla disperazione iniziale per aver depredato un patrimonio frutto di sacrifici si è trasformata in ribellione a tal punto da individuare due avvocati per iniziare il braccio di ferro.Ad effettuare l’intermediazione è stata la banca che aveva proposto titoli obbligazionari emessi dal Venezuela e denominati in dollari statunitensi. Un piccolo bottino perduto a seguito dell’insolvenza dello Stato sudamericano intervenuto nel novembre del 2017.La risparmiatrice, assistita dagli avvocati Stefano Maugeri e Fabio Bennici, ha vinto una complessa causa avanti al Collegio arbitrale istituito dalla Consob che ha riconosciuto la responsabilità della banca che aveva operato come intermediario nell’acquisto dei titoli obbligazionari perché non aveva fornito alla cliente informazioni complete in merito alla elevata rischiosità dell’operazione. Infatti all’epoca dell’investimento l’affidabilità finanziaria (rating) dello Stato sudamericano era basso con il conseguente rischio di cambio visto che il prodotto finanziario era denominato in valuta estera. Rischio elevato che la donna non avrebbe saputo fin dall’inizio. Gli altri investimenti effettuati nello stesso istituto bancario, infatti, erano a rischio medio così nel tempo avrebbe visto i frutti economici. Con l’acquisto delle obbligazioni venezuelane in pochissimo tempo invece aveva perduto tutto.

Il Collegio arbitrale pertanto ha deciso di liquidare a titolo di risarcimento del danno patrimoniale sofferto dalla risparmiatrice la perdita integrale maturata sui titoli obbligazionari acquistati, oltre alla rivalutazione monetaria e gli interessi legali.«Si tratta di una decisione innovativa – affermano gli avvocati Stefano Maugeri e Fabio Bennici – in quanto la vicenda dell’azzeramento delle obbligazioni emesse dalla Repubblica del Venezuela pur riguardando molti risparmiatori italiani è una questione non ancora pienamente definita e particolarmente complessa visto che parliamo di strumenti finanziari negoziati in valuta estera e fuori dagli ordinari mercati di borsa. Obbligazioni caratterizzate da un profilo speculativo elevatissimo e comprensibili solo da investitori particolarmente esperti».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA