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Un impianto per produrre il biometano? Sì, ma fatelo altrove

Di Redazione |

CALTANISSETTA – «E’ un impianto all’avanguardia, assolutamente sicuro, non inquinerà il terreno o l’aria, e produrrà vantaggi anche per il territorio: gli agricoltori avranno fertilizzanti biologici, i Comuni smaltiranno la frazione umida dei rifiuti a 55 euro/tonnellata, un terzo dei costi attuali in discarica». «Le spiegazioni non ci rassicurano, temiamo danni per l’agricoltura pregiata di questa contrada”. Così in sintesi, ieri mattina in municipio, le posizioni espresse dai rappresentanti di Enersi e dagli agricoltori di Grottarossa. Al centro della contrapposizione il progettato insediamento, a Grottarossa, di una centrale per la produzione di biometano. L’incontro di ieri è stato promosso e presieduto dal sindaco Giovanni Ruvolo, che in dicembre – dopo che i rappresentanti del comitato di agricoltori gli avevano manifestato le proprie preoccupazioni – al fine di un approfondito confronto tra le parti fece sospendere a Palermo la conferenza dei servizi convocata dalla Regione per il parere conclusivo sul progetto proposto da Enersi Sicilia, società tra Enersi Energy Italia (che ha realizzato altri impianti in varie regioni) e il proprietario di 13 ettari a Grottarossa.

Luca Acquaroli, amministratore delegato di Enersi, e Cosimo D’Onghia, agronomo e coautore del progetto, hanno detto che l’impianto è conforme a tutte le prescrizioni di legge; che tratterà 63mila tonnellate anno di scarti agricoli tra letame, liquami, sanse, vinacce, e frazione umida dei rifiuti urbani (35mila tonnellate/anno, “cinque camion al giorno”); che tutto il processo avverrà al chiuso, dentro capannoni; che misuratori installati anche nei terreni confinanti garantiranno la qualità dell’aria; e che oltre al biometano saranno prodotti fertilizzanti utilizzabili nell’agricoltura biologica.

Gli agricoltori (ce n’erano una trentina ieri nella sala gialla del municipio) non sono convinti, e l’hanno manifestato con frequenti vivaci interruzioni; Francesco Cucurullo, portavoce del comitato, preannuncia formali opposizioni al progetto.

Gli agricoltori hanno chiesto pure al sindaco Ruvolo di spostare la previsione di insediamento in un sito diverso da Grottarossa, dove oltre 1200 ettari sono di colture pregiate (frutteti, vigneti IGP di uva Italia, e altro).

Il sindaco ha spiegato che il Comune non ha il potere di imporre o di vietare un sito. “Il sindaco sono impegnati nella tutela e nella valorizzazione del territorio, nel rispetto delle prescrizioni di legge vigenti. E questo ho inteso fare in conferenza dei servizi, quando ho chiesto di sospendere la decisione per approfondimenti, nonostante numerosi altri uffici e istituzioni avessero già espresso parere favorevole per le parti di competenza”.

Prossimo round sarà a Palermo (è della Regione la competenza ad autorizzare l’impianto, e il Comune non ne ha alcuna). E quasi sicuramente ci sarà un’appendice in carta bollata, con ricorsi e resistenze..COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA