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Acireale, in vendita il Castello Scammacca

Di Angela Seminara |

Acireale (Catania) –  Cinque milioni di euro, chiavi in mano, è il prezzo per l’acquisto del Castello Scammacca, ubicato in piazza Agostino Pennisi, nei pressi della vecchia stazione di Acireale, e appartenente alla famiglia Pennisi baroni di Floristella. La trattativa pur rimanendo privata è apparsa qualche giorno fa su un sito romano di compravendita immobiliare, facendo sfumare definitivamente il desiderio degli attuali eredi, di destinare la residenza nobiliare ad area museale per collezionisti di respiro internazionale, come avrebbe voluto il barone Agostino, che lo edificò con questo intento. «Il castello Scammacca che prende il nome dai proprietari del latifondo, non fu edificato dal barone Agostino per divenire una residenza, ma per ospitare la famosa collezione di monete greco-sicule e romane posseduta dal barone – rivela Giuseppe Contarino, ex presidente dell’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici, studioso e custode della storia di Acireale – La vasta collezione delle monete costituisce oggi il Monetario Floristella, formato da migliaia di pezzi rari ed alcuni unici. Parte della collezione è conservata nel Museo archeologico regionale di Siracusa».

Gli eredi pur confermando l’intenzione di vendere, mantengono l’assoluto riserbo e non rilasciano dichiarazioni. Tuttavia l’edificio, difficilmente, potrebbe essere acquistato come residenza privata e, ancora più complicata risulterebbe un’eventuale acquisizione da parte del Comune, che non ha le somme per sedersi al tavolo di una trattativa.

Il castello, costruito sul finire dell’800, è chiuso ormai da tempo, rimane ancora oggi illeggiadrito da merlature ed archi ogivali in stile neogotico. Preceduto all’esterno da un bellissimo giardino ricco di alberi e fiori, custodisce al suo interno un’elegante cappella con affreschi di Giuseppe Sciuti. Prerogative per il quale non si esclude l’interesse, da parte di imprenditori, che potrebbero acquistarlo, trasformandolo in un centro per ricevimenti. Significherebbe però legare uno dei più importanti cespiti della città, allo stesso destino delle Terme, un’altra occasione persa.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA