Aeroporti, lo sfogo-denuncia del parroco di Giarre: «Vi racconto l'odissea di andata e ritorno da Lourdes»
Don Nino Russo ha vissuto dei disagi insieme ad un gruppo di pellegrini che sono dovuti partire da Palermo
Nel quadro di questi giorni difficili per il trasporto aereo da e per la Sicilia, si inserisce anche il racconto-denuncia di un viaggio di pellegrini, diretti al santuario di Lourdes, coordinato dal parroco di Giarre don Nino Russo.
"Nella tarda serata dello scorso 18 luglio arriva al sottoscritto responsabile del gruppo, la notizia che il volo per Lourdes sarebbe partito da Palermo anziché da Catania. Panico! Come faccio a far arrivare a Palermo centocinquanta persone, dove trovare i pullman necessari? Li abbiamo trovati e il "miracolo" si era compiuto.
Arriviamo a Palermo dopo tre ore abbondanti di viaggio su un’autostrada che definire tale è un insulto alla decenza (vergogna!). In aeroporto, una calca incredibile in fila con una sola operatrice che definisco “martire” che tra mille difficoltà, tra persone accalcate e anziani che avevano bisogno di sedersi, riesce a fare il check in. Finalmente si parte e grazie a Dio e alla Vergine, viviamo quattro giorni di Paradiso con servizi all’altezza della situazione.
Al momento del rientro in Sicilia, altro incubo. Imbarcati in orario, siamo costretti ad attendere oltre un’ora il decollo; il motivo? L’aeroporto di Catania è intasato, non si può atterrare. In ogni caso partiamo anche se facciamo dei bei giri panoramici prima di toccare terra. Eureka siamo a casa! E invece fermi sul velivolo ci spiegano che non c’è la riconsegna dei bagagli; ce li fanno trovare sulla pista, ognuno si arrangi a cercare il suo sotto un sole ardente e impietoso. Saliamo sulle navette con temperature oltre i quaranta gradi centigradi, e ci fanno fare il giro panoramico dello scalo depositandoci al lato estremo dei parcheggi da dove con i bagagli, e sempre sotto un sole cocente, raggiungiamo finalmente (naturalmente a piedi!) il parcheggio dei bus turistici. Saliamo e finalmente si parte verso casa, madidi di sudore (mi sono beccato un solenne raffreddore e sono diventato momentaneamente “afono”). Una sola parola: vergogna! Ai nostri politici che, tra una bega e un’altra, hanno reso questa meravigliosa isola un ambiente invivibile e l’hanno fatta scivolare in fondo a tutte le classifiche: Trasporti, Sanità, Istruzione, etc. etc.
Vergogna! Ai vertici della Sac e della Gesap. Non sarebbe decoroso dimettersi per incompetenza e manifesta incapacità? Vergogna! A noi siciliani sempre più rassegnati di fronte a una Nazione che ci considera una “palla al piede”.
Vioglio ricordare che sotto i vituperati “Borboni” la Sicilia era la prima potenza economica dell’Europa! Solo e sempre il rossore della vergogna, per i troppi giovani costretti ad andare a studiare negli atenei del Nord (la nostra Università di Catania è in fondo alla classifica dei tutte le Università italiane), per i nostri lavoratori costretti ad andare fuori dalla loro terra per arricchire il Nord del paese. Mattarella, Schifani, Musumeci, Salvini, Meloni … Se ci siete, battete un colpo".