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la festa/vetrina dei produttori

Agata Arancio, ideatrice di “Piccolo è bello”: “Il vino è sempre più al femminile”

La manifestazione il 29 a Catania, all'Istituto incremento ippico, con le cantine dell'Etna

Di Ombretta Grasso |

«Il vino è un elemento vivo, che ha radici profonde, legami con il territorio, con la tradizione ma anche con il futuro. Il vino è creatività, contaminazione. E mi piace la possibilità di contaminarlo con linguaggi diversi: l’arte, la letteratura, il cinema, in un’occasione l’ho accostato anche all’architettura. Mi piace sperimentare tutte le declinazioni possibili». Agata Arancio è un fiume in piena quando parla di vino, con entusiasmo e poesia, fermandosi sempre a riflettere e a immaginare strade nuove, nuove sfide. Da vent’anni nel mondo del vino, “donna del vino”, agente di commercio di prodotti enologici – «unica donna in un mondo in cui i clienti erano tutti uomini, una fatica all’inizio far riconoscere la propria professionalità» – è l’ideatrice e l’organizzatrice di una piccola/grande scommessa, la manifestazione “Piccolo è bello”, urlo di battaglia e di unità dei piccoli produttori dell’Etna, Davide contro Golia nel nome della qualità, «e della loro unicità», sottolinea Agata. Una manifestazione che torna il 29 giugno a Catania, all’Istituto Incremento ippico con convegni, masterclass e degustazioni (dalle 15 l’apertura dei banchi d’assaggio).

Professionista del settore e sommelier

Agata Arancio è una professionista del settore vitivinicolo, ma anche una sommelier. «Molti anni fa ho seguito un corso Fis e poi il Bibenda executive wine master, un’esperienza bellissima perché è un viaggio di studio nel mondo del vino, del territorio ma anche marketing e comunicazione. Ho seguito un mio percorso cercando l’essenza del vino»Cosa rappresenta questo mondo oggi? «Il vino è una rivoluzione costante, anche dal punto di vista del linguaggio. Molti non riescono a cogliere la grande profondità di questo mondo, la varietà di proposte, la diversificazione, i diversi tipi di vinificazione». Dove va il futuro del vino? «Il futuro è complesso. È una sfida ogni giorno. C’è il tema dei vini dealcolati, e ne parleremo anche nel convegno – con esperti come Daniela Fracassetti dell’Università Statale di Milano, autrice di uno studio innovativo sul Nero D’Avola, ed Elisabetta Nicolosi dell’Università di Catania” – e c’è un po’ la mitizzazione dei vini naturali, ma credo che la cosa più importante sia poter bere un vino costruito con il cuore in cui anche una leggera imperfezione ha un valore, se è partito dalla passione».

A “Piccolo è bello” i vini “fatti con il cuore”

E ai vini “fatti con il cuore” è dedicata la settima edizione di “Piccolo è bello”. «Una manifestazione nata a Milo con soli 14 produttori – racconta la Arancio – Erano tutti seduti vicini in prima fila e non si conoscevano l’uno con l’altro, non si erano mai parlati. L’idea era proprio questa, sostenere e promuovere i piccoli produttori, dare voce a chi, magari, essendo piccolo o piccolissimo non poteva partecipare ad alcune iniziative o raggiungere canali di comunicazione, unire le forze, avere maggiore visibilità. Questo è il momento di fare rete, di valorizzare il lavoro in vigna, di ricompattarsi per superare le difficoltà di arrivare sul mercato, per proporre insieme soluzioni concrete. Anche per questo dopo le edizioni sull’Etna ho deciso di spostare la manifestazione a Catania, al centro nella città che rappresenta questi territori».

Vino, olio, eccellenze del cibo: otre 70 aziende partecipanti

Spiega che questa edizione – con oltre 70 aziende partecipanti, alcune produttrici di olio e ad altri prodotti food di eccellenza – torna un po’ alle origini «alla semplicità dell’inizio, al racconto delle cantine che partecipano. All’inizio era solo una festa e infatti la manifestazione si apre proprio il 28 con un incontro riservato ai produttori, per conoscersi, scambiare opinioni, discutere insieme».Si sente il tocco femminile nel vino? «C’è una femminilità importante legata a questo territorio, il riflesso della presenza femminile del vulcano che dà energia, la forza dell’Etna che è femmina. C’è il gusto, l’eleganza, il tratto femminile delle donne nel vino e nelle cantine». Il vino oggi è donna? «Le produttrici sono tantissime, e ancora di più quelle che lavorano nell’accoglienza, nell’incoming, nel turismo del vino. Le donne che si muovono in questo mondo sono in gamba, hanno studiato, sono state in vigna, hanno vissuto giorno per giorno la loro scelta, da Alice Bonaccorsi, agronoma che ha trasferito i suoi studi nell’azienda, a Graziella Camarda che ha ereditato la vigna dal padre, un vero passaggio di testimone tra due generazioni». Le donne fanno più fatica? «C’è più difficoltà a riconoscerne la professionalità soprattutto come sommelier, le enologhe sono ancora poche, lavorare in cantina è molto impegnativo, non c’è orario. Ci sono tantissime produttrici, agronome, donne che si occupano della vigna di famiglia o che ne hanno creata una, che seguono accoglienza, visite, commercializzazione, comunicazione, altri aspetti dell’azienda. Sull’Etna sono tantissime, da Giusy Calcagno a Irene Badalà, da Viviana Gangemi a Enrica Camarda, da Rosa Ciancitto a Margherita Platania alle sorelle Maugeri ma l’elenco è molto più lungo».Il futuro di “Piccolo è bello”? «La mia idea è portare la manifestazione a Roma o in altri Paesi, farsi conoscere oltre i confini della Sicilia. Superare i limiti e diventare un po’ più grandi».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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