Catania
Alloggi popolari, il Comune perde un milione l’anno
I mancati introiti da occupazioni abusive e affitti non pagati. L’assessore Marletta: «Non pagano i due terzi dei locatari»
A meno di interventi risolutivi, tra occupazioni abusive (di cui non si conosce il numero) e gli assegnatari di alloggi che non pagano l’affitto (circa i 2/3) il Comune sta perdendo e rischia ancora di perdere almeno un milione di euro l’anno. Soldi che potrebbero essere utilizzati per le manutenzioni ordinarie, anche se ormai si è arrivati alla necessità di manutenzioni “straordinarie” su più o meno tutti gli alloggi di proprietà comunale. Su cui, va detto, non si interviene da anni.«Non abbiamo il dato degli occupanti abusivi negli alloggi popolari del Comune» conferma a “La Sicilia” Giuseppe Marletta, assessore con deleghe a Patrimonio e Bilancio, qualche giorno dopo la pubblicazione dell’avviso pubblico per consentire a chi ha occupato abusivamente “entro” il 31 dicembre 2017 di sanare le proprie posizioni, con termine ultimo il prossimo 2 aprile. «È stato disposto – precisa l’assessore – di affiggere all’ingresso di ogni palazzina una comunicazione sulla proroga della sanatoria che consente di regolarizzare gli abusivi».Quanti sono gli alloggi Erp (Edilizia residenziale popolare) del Comune? «Ad oggi – risponde Marletta – sono 3.388, di questi ne sono stati venduti agli aventi diritto 979 e quelli formalmente con contratti attivi sono 2.413. Di questi non pagano circa i 2/3».Dunque il dato incontrovertibile è che il Comune “perde” ogni anno circa un milione di euro di introiti da mancati pagamenti degli affitti Erp. Il calcolo è presto fatto: dal Dup, documento unico di programmazione (consultabile online sull’albo pretorio dell’ente), si prevedono introiti pari a 1,494 milioni di euro per ogni annualità 2024, 2025 e 2026, meno circa 2/3 significa tre milioni di euro in meno nelle casse comunali. Soldi che, come detto, potrebbero servire alla manutenzione degli alloggi, una tra le “voci mancanti”, anche da diversi anni e spesso chiamate in causa dai sindacati di categoria.«Gli inquilini – rileva Giuseppe Camarda, segretario Uil Casa – a volte non pagano il canone perché non ricevono i servizi contenuti nel costo, come ad esempio le manutenzioni obbligatorie a carico dell’ente, ed esistono situazioni, di fatto cristallizzate, di persone che abitano in alloggi popolari da decenni che i certificati di residenza storica possono confermare».
Vale a dire, un “cane che si morde la coda” da tempo. “Purtroppo – prosegue Camarda – nonostante le denunce e i sit-in non solo la situazione di Catania resta disastrosa, lo stesso potenziale patrimonio abitativo rimane poco utilizzato e il mal funzionamento di cose complesse è responsabilità di tutti in modo graduale. Noi avevamo chiesto al sindaco Enrico Trantino, prima dell’elezione, di creare un assessorato alla Casa per raggruppare tutte le competenze e riuscire ad iniziare a dare risposte concrete. Invece i vari settori sono stati frantumati, si è creato un ginepraio con conseguente politica “dispersiva” dell’abitare».Richiesta, quella dell’Assessorato unico, condivisa con Sunia Cgil e Sicet Cisl, che sul fronte occupazioni abusive e sanatoria sono chiari: «Non riteniamo ci sia il tempo necessario per regolarizzare». Chi non dovesse farlo, tra l’altro, potrà rientrare tra i prossimi, possibili, sgomberi.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA