Gaia ha 5 anni, e ieri ha iniziato la scuola dell’Infanzia in un istituto di Acireale. Ma non aveva chi si occupava di lei. La bambina ha infatti dei gravi problemi di salute, e una disabilità riconosciuta. Una condizione che prevede un operatore ad hoc in aula. «Ma non c’era. Io e mia moglie siamo rimasti tutta la mattina davanti a scuola, per darle aiuto quando serviva, anche solo per andare in bagno», racconta Daniele Marino, il padre. Risiede a Zafferana, e «dal 27 giugno è pronto il Pei della scuola con le ore del servizio Asacom e per l’igiene personale. Ma dopo 70 giorni non è attivo».
La battaglia davanti alla scuola
Marino promette battaglia. Davanti alla scuola ha radunato i giornalisti per dire a chiare lettere che si tratta «di una violazione dei diritti, di una discriminazione. Le istituzioni non possono funzionare solo quando ci mettiamo la faccia». Accanto a lui c’è Michela Finocchiaro, vicepresidente dell’associazione XX Novembre 1989, che chiarisce: «Qui, anche se si trattasse solo di pochi giorni, si è violato l’articolo 3 della Costituzione, la legge 104 e il dritto allo studio. Facciamo continuamente riunioni con Comuni e scuole anche con la Fist Cisl a cui siamo associati, perché di mezzo ci vanno anche i lavoratori. Sarebbe tutto più semplice se fosse tutto all’interno della scuola, ma la nostra proposta di legge è bloccata. Gaia rappresenta centinaia di altri bambini disabili, come mia figlia», riferisce.
La valutazione di un ricorso
Dal Comune di Zafferana intanto l’assessora ai Servizi sociali Ata Pappalardo riferisce che «l’avvio dell’Asacom sarà in 8-10 giorni. Settimana prossima i genitori firmeranno i voucher e sceglieranno le cooperative. Purtroppo sono procedure complesse e inoltre non abbiamo un bilancio approvato qui in Comune. Ma l’assistenza è in cima a nostri pensieri, ci dispiace per i genitori, ma non li abbiamo abbandonati». Intanto Marino si è rivolto a un avvocato, Francesco Silluzio. «Abbiamo già fatto una richiesta di accesso agli atti. Valuteremo se fare un ricorso d’urgenza», spiega il legale.Lo scorso anno i Marino hanno vinto una battaglia con Inps per il riconoscimento dell’invalidità – Gaia ha un solo rene – e della relativa indennità. «Nel caso di Gaia – riferisce Marco Macrì, fondatore dell’associazione Genova Inclusiva ma attivo in tutta Italia -, il problema era che la valutazione era stata fatta da una struttura medica privata accreditata, non pubblica. Daniele mi aveva scritto su Facebook, e abbiamo trovato un modo di risolvere col suo legale. Senza l’aiuto reciproco tra le famiglie spesso si è inermi e in lacrime. Non può essere così».