Notizie Locali


SEZIONI
Catania 19°

il processo

Appalti Cara di Mineo, arriva la prescrizione (ma per Castiglione resta in piedi la corruzione)

Quindici gli imputati tra cui il deputato

Di Laura Distefano |

Un altro processo sgonfiato. Un’altra ordinanza che sancisce la prescrizione mentre il dibattimento è in corso. Non siamo a Caltanissetta, al momento ombelico giudiziario siciliano dei media concentrati tra stragi, depistaggio Borsellino e Montante, ma a Catania dove è aperto da anni il procedimento sugli sugli appalti al Cara di Mineo. Quella struttura che nel 2019 fu chiuso per precisa volontà di Matteo Salvini. Gli imputati sono 15 e tra questi c’è Giuseppe Castiglione, oggi deputato nazionale di Azione e all’epoca soggetto attuatore del Centro accoglienza richiedenti asilo più grande d’Europa.

La beffa per il parlamentare

Una quasi beffa per il parlamentare, assistito dagli avvocati Isabella Giuffrida e Carmelo Peluso, che aveva chiesto nel 2017 il giudizio immediato per chiudere la vicenda nel più breve tempo possibile. E invece il processo (che poi è stato riunito) per lui rimane in piedi solamente per l’ipotesi di corruzione finalizzata al reperimento di voti. Il capo d’imputazione – contestato anche ad Anna Aloisi e Paolo Ragusa, rispettivamente già sindaco di Mineo e presidente del consorzio Sol Calatino, si riferisce alle Politiche del 2013, le Amministrative di giugno 2013 e le Europee 2014.

La scure della prescrizione

Per molte turbative d’asta quindi è arrivata la scure della prescrizione. La terza sezione del Tribunale di Catania, presieduta da Consuelo Corrao, ha emesso una lunga sentenza dove ha dichiarato non doversi procedere essendo i reati estinti per prescrizione nei confronti di Paolo Ragusa per nove capi d’imputazione, Salvo Calì per due, Giovanni Ferrera per cinque, Castiglione per quattro, Aloisi per due, Aldo Buttini per uno, Stefano Soncini per uno, Fabrizio Rubino per uno, Carmelo Limoli per uno, Francesco Mandrà per uno, Agrippina Gulizia per uno, Rocco Ferraro. Il collegio ha fissato il termine di 45 giorni per depositare le motivazioni della decisione.Intanto il processo, decapitato, continuerà il 18 giugno 2024 con l’escussione di altri testimoni da parte della pm Raffaella Vinciguerra e degli avvocati. Anche se il teste chiave, Luca Odevaine, l’uomo che avrebbe “creato” il sistema illecito sulla gestione dei migranti, non è stato sentito in questo dibattimento.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA