Catania
Aria, verde, acqua, rifiuti: la Sicilia è (quasi) invivibile
Dai risultati appare netto il divario tra Nord e Sud. L’insieme degli indicatori selezionati per la graduatoria copre come sempre cinque principali componenti ambientali presenti in una città: aria, acque, rifiuti, mobilità, energia. Tali indicatori consentono di valutare tanto i fattori di pressione e la qualità delle componenti ambientali, quanto la capacità di risposta e di gestione ambientale.
Tra le prime dieci troviamo capoluoghi al di sotto degli 80mila abitanti (Macerata, Verbania, Mantova, Belluno, Oristano, Cuneo, Savona), tre centri di medie dimensioni (Trento, Bolzano e Parma) e nessuna grande città. In fondo la Sicilia che mette a segno le performance peggiori: Palermo (102), Siracusa (100), Agrigento (98), Catania (97), Messina (90). La migliore è Enna (46) seguita da Ragusa (53), Trapani (57) e Caltanissetta (69).
I PEGGIORI. Palermo, terzultima città nella classifica nazionale, spicca in negativo sia per i dati del trasporto pubblico, sia per il numero di viaggi effettuati che per il numero di passeggeri trasportati. Campanello d’allarme per il capoluogo regionale che spreca ancora più della metà dell’acqua potabile immessa in rete e, inoltre, ha anche ridotto il quantitativo di rifiuti differenziati (dal 10% al 7%). Siracusa, in 100esima posizione, tra numeri imbarazzanti e mancate risposte vanta l’ultimo posto in classifica per la raccolta differenziata con solo il 2,8% di rifiuti recuperabili. Catania ultima in classifica per la capacità di depurazione, con solo il 56% di popolazione servita da rete fognaria delle acque reflue urbane, e per l’alberatura con solo 5 alberi per ogni mille abitanti. Messina è la peggiore per il trasporto pubblico con solo 12 chilometri a vettura. Quartultima posizione in ambito di energie rinnovabili, con solo il 5% di consumi derivanti da energie rinnovabili sul totale dei consumi domestici. Ad Agrigento e Trapani il triste primato di non avere ancora istituito alcuna isola pedonale. Inoltre Enna e Caltanissetta fanalini di coda per la raccolta differenziata dei rifiuti, rispettivamente con l’8,7% e l’8,5% di frazioni recuperabili sul totale dei rifiuti urbani prodotti.
LE PERFORMANCE. Palermo ha risultati accettabili solo relativamente ai dati legati all’ozono, che sono fra i più bassi in assoluto, e nel numero di auto circolanti dove si posiziona 18esima avendo, però, comunque 57 auto per ogni 100 abitanti. Siracusa, può vantare solo una accettabile media dei superamenti del biossido di azoto. Agrigento, per esempio, si posiziona al primo posto con il 100% dei consumi derivanti da energie rinnovabili sul totale di quelli domestici. Primato condiviso alla pari con Caltanissetta, Enna, Ragusa e Trapani.Agrigento ha anche due primi posti, per la capacità di depurazione con il 100% (unico capoluogo siciliano a raggiungere questo valore) della popolazione residente servita da rete fognaria delle acque reflue urbane. La città dei Templi può vantare anche una seconda posizione per il basso consumo giornaliero pro capite di acqua potabile per uso domestico con soli 111 litri per abitante. Primo posto per Enna nella qualità dell’aria con le più basse emissioni di biossido di azoto, seguita da Ragusa al terzo posto e Trapani al quinto. Bene per qualità dell’ozono anche Caltanissetta, Messina e Ragusa che conquistano il primo posto con una media di zero giorni di superamento della media mobile registrata dalle centraline urbane, suburbane e rurali.Messina, che è al 77° posto nella tabella sul verde urbano fruibile, scala invece la classifica con un primo posto sulle aree verdi totali.
IL CASO SIRACUSA. Siracusa, in centesima posizione. Nel 2015, era 92esima su 104 comuni capoluoghi di provincia italiani, tra numeri imbarazzanti e mancate risposte vanta l’ultimo posto in classifica per la raccolta differenziata con solo il 2,8 per cento di rifiuti recuperabili. Il capoluogo aretuseo, inoltre, è l’unica fra le città di medie dimensioni a non avere il dato disponibile per il servizio di trasporto pubblico urbano. Siracusa , può vantare solo una accettabile media dei superamenti del biossido di azoto.
Insomma si è fatto poco o nulla per migliorare
IL CASO AGRIGENTO. Città dei Templi in coda per la qualità dell’aria. Agrigento è tra le peggiori per quanto riguarda smog e inquinamento atmosferico. I dati relativi alla quantità di particolato, biossido di azoto rilevato nell’aria, e ozono sono allarmanti. La classifica del rapporto, riferita all’anno 2015, è impietosa: su 104 città italiane, Agrigento si piazza al 98esimo posto. C’è però anche un dato positivo: la città di Pirandello risulta tra le città più virtuose per l’utilizzo di fonti rinnovabili per la copertura dei consumi domestici.
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