Il ricordo
Arnaldo Pomodoro e il colossale cero-scultura per Sant’Agata andato a fuoco il 3 febbraio 1999
L'opera del grande artista scomparso ieri, realizzata a Catania per Fiumara d'Arte di Antonio Presti e dedicata a Librino, è ancora ricordata sia per le dimensioni immense (15 metri d'altezza e 8 tonnellate) che per la rapidissima fine
È morto ieri a 98 anni il grande artista Arnaldo Pomodoro, appena 24 ore prima di compierne (oggi) 99. Una lunghissima vita e una lunghissima carriera per lo scultore, noto nel mondo per le sue straordinarie “sfere” in bronzo come quella che a Roma accoglie i visitatori dei Musei Vaticani nel Cortile della Pigna, E Pomodoro è stato protagonista della vita cuturale anche in Sicilia. Aveva ad esempio progettato un monumento per la strage di Capaci, mai realizzato, come ricordato da Maria Falcone, sorella del magistrato Giovanni ucciso dalla mafia il 23 maggio 1992, . A Catania invece il suo nome è legato a Sant’Agata: in occasione dei festeggiamenti agatini del 1999, il mecenate Antonio Presti con la sua Fiumara d’Arte donava per la prima volta alla città e al quartiere Librino (trasformato negli anni da Presti in un grande museo d’arte all’aperto) proprio con un’opera di Arnaldo Pomodoro: un cero-scultura colossale alto 15 metri pesante 8 tonnellate e costato – si legge nella pagina dedicata all’opera sul sito della Fondazione Antpnio Presti – 200 milioni di lire.
Come ogni cero votivo anche il destino del cero-scultura colossale di Pomodoro era quello di essere «consegnato al fuoco in segno di rinuncia» e proprio il 3 febbraio quando si celebra l’inizio della festa di Sant’Agata (e un giorno dopo rispetto alla festa della Candelora). Solo che l’opera, posizionata in Corso Martitri della Libertà a pochi metri dalla chiesa del Santissimo Crocifisso della Buona Morte simbolo del quartiere di San Berillo prese fuoco troppo rapidamente, andando distrutta in pochi minuti.

Dell’episodio, di cui molti catanesi hanno ancora oggi un vivido ricordo, e che nei giorni seguenti produsse non poche polemiche, così scriveva “La Sicilia” il 4 febbraio 1999 in una pagina fotografica:
COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA«C’era grande attesa in Corso Martiri della Libertà per l’accensione del monumentale cero dello scultore Arnaldo Pomodoro. Ma una vampata, subito dopo la stessa accensione, ha mandato in fumo l’obelisco, rendendo necessario l’intervento dei vigili del fuoco. Le fiamme si sono levate altissime creando anche una certa paura tra i numerosi presenti. Dopo i primi attimi di smarrimento è stato chiesto l’intervento dei vigili del fuoco che, dopo alcuni minuti di lavoro, hanno spento le fiamme. Ma ormai l’opera era andata completamente distrutta. Lo spettacolo, così come era stato pensato dai suoi ideatori e dall’artista che aveva realizzato la gigantesca scultura di cera, è durato solo pochi minuti. Subito dopo l’accensione, il cero ha preso completamente fuoco coinvolgendo nell’incendio anche la struttura di supporto. In brevissimo tempo le fiamme hanno causato lo scioglimento della cera che si è riversata sulla piazza. La manifestazione è poi proseguita, anche se con qualche ritardo, in piazza Carlo Alberto con l’esibizione di alcune band».
(Immagine di copertina da fondazioneantoniopresti)