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LA SENTENZA

Operazione Athena, la Cassazione al Riesame: «Rimotivi il perché dei domiciliari al sindaco di Paternò»

La decisione della Suprema Corte che ha annullato con rinvio il provvedimento

Di Laura Distefano |

Sono passati tre mesi da quando la Cassazione ha annullato con rinvio l’ordinanza del Tribunale del Riesame di Catania, che accogliendo l’appello della Procura aveva detto sì ai domiciliari per il sindaco Nino Naso per l’accusa di voto di scambio-politico mafioso nell’ambito dell’operazione antimafia Athena, coordinata dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dai pm Tiziana Laudani e Alessandra Tasciotti.

Il Riesame aveva ritenuto che vi fossero gli elementi sufficienti a sostegno di «un patto illecito fra il sindaco Naso e, tramite Pietro Cirino, la consorteria dei Morabito-Benvegna». L’accordo, aveva ricostruito il Tribunale, prevedeva «un sostegno elettorale» in cambio dell’interessamento del Naso per «l’assunzione di congiunti mafiosi locali» e di «destinare a Comis un assessorato di interesse economico». Va ricordato che la Cassazione ha rilevato che Comis era «inconsapevole di un eventuale accordo corruttivo».

Torniamo alla posizione di Nino Naso. La decisione della Suprema Corte è arrivata dopo il ricorso avanzato dai difensori di Naso, gli avvocati Maria Licata e il professore Vincenzo Maiello. Da qualche giorno sono state depositate le motivazioni: 13 pagine che riassumono il perché dell’annullamento con rinvio. Superando i motivi che sono stati ritenuti infondati, concentriamoci sui punti su cui si dovrà fondare la nuova decisione del Tribunale della Libertà di Catania.

La Cassazione ritiene «che la generica e indeterminata promessa da parte dell’esponente politico “di interessarsi” all’assunzione di lavoratori, direttamente evocata dal Tribunale in alcuni punti dell’ordinanza impugnata, non possa integrare la promessa di altra utilità» previsto nella contestazione del voto di scambio politico-mafioso.

Un altro nodo nevralgico affrontato dagli ermellini è la motivazione «in ordine al momento dell’effettiva stipulazione del patto di scambio politico elettorale e al suo contenuto». Per il Tribunale di Catania «il patto» non «si sarebbe formalizzato in un unico momento preciso, ma dall’aprile 2021 al giugno 2022». La Cassazione, dal canto suo, però rivela che nell’ordinanza il Tribunale riporta «le intercettazioni ritenute indizianti» ma «manca la una compiuta definizione dell’accordo». Una lacuna che dunque deve essere colmata.

I giudici del Riesame inoltre «non hanno motivato – argomenta la Cassazione – in ordine alle specifiche censure mosse dai difensori nelle memorie difensive e non si sono confrontati con le dichiarazioni rese da Nino Naso nell’interrogatorio reso all’esito delle indagini preliminari». «L’omessa valutazione di memorie difensive non determina la nullità – scrive la Suprema Corte – ma può influire sulla congruità e correttezza logico-giuridica della decisione». Il collegio ha quindi annullato disponendo un nuovo giudizio del Tribunale di Catania, che dovrà «nuovamente motivare sull’appello proposto dal pubblico ministero, uniformandosi ai principi stabiliti dalla Suprema Corte».

A questo punto non resta che attendere la fissazione dell’udienza di rinvio.

Nel frattempo i tronconi del processo – abbreviato e ordinario – scaturiti dall’inchiesta Athena stanno proseguendo. Il sindaco Nino Naso ha chiesto di procedere con il giudizio immediato: la prima udienza è stata fissata a settembre.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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