Catania, Antonio Presti rilancia su Librino: «Diventerà un giardino fiorito, come Versailles»
Per mantenere la nuova opera anche una cooperativa di giovani del quartiere
A pochi giorni dalla presentazione del museo a cielo aperto “Magma” di Librino, Antonio Presti non si ferma. Anzi, rilancia: insieme alle opere d’arte ci sarà anche un giardino. Una immensa distesa di fiori, che sarà anche questa «opera d'arte». Il mecenate fa anche un paragone degno della visione fuori da ogni scala a cui ci ha abituato: «Sarà un giardino degno di Versailles», racconta lanciando l’ennesima sfida, personale e per la città. Del resto Librino, prima di diventare l’odierno quartiere popolare, un grande giardino fiorito lo era davvero. A poca distanza c'è anche una testimonianza toponomastica di questa “grandeur”: via Zia Lisa. Tra le ipotesi sull’origine del nome ci sarebbe infatti il greco “Theia Elysia”, cioè Divini Elisi, per definire la bellezza della zona. Il termine richiama ai “Campi Elisi”, come gli Champs-Élysées di Parigi a cui per dimensione (migliaia di metri quadrati) il futuro giardino di Librino è certamente paragonabile.
Suggestioni, ma anche tanta concretezza nelle parole di Presti, già all’opera con le scuole del quartiere per avviare, dal prossimo anno scolastico, il progetto. C’è già un nome: «Si chiama “Tu sei bello come un fiore”, perché i ragazzi troveranno il modo di ripensare a se stessi e al quartiere. Librino - prosegue Presti - è associato troppo spesso alla spazzatura. Pensiamo quindi ai fiori e non più ai rifiuti. E i fiori rappresentano anche i bambini di Librino». L’idea non è solo quella di piantarli, i fiori, ma anche di dargli «una cura costante da parte dei cittadini. Nell'ambito dell’istituzione del museo regionale diffuso in Sicilia, che comprende anche le opere della Fiumara D’Arte, si dovrà affrontare non solo il tema della conservazione delle opere e della loro fruizione ma anche quello della manutenzione. E io vorrei che si avviasse una cooperativa con personale di Librino, formato alla tutela del paesaggio. Spero che tutto questo sarà oggetto di interlocuzione sia con la Regione che con il Comune con cui stiamo collaborando».
Il vulcanico mecenate ha quindi in mente un sistema per creare valore sociale e lavoro. Un’impresa difficile, ma non per chi ha già puntato con successo sulla periferia più isolata della città realizzando «la Porta della Bellezza e la Porta delle Farfalle che in lunghezza percorrono metà del quartiere». Oltre un chilometro di sculture a testimoniare che, per Presti, la parola impossibile non è nemmeno considerata. Tanto che ribadisce: «Per questo voglio iniziare subito, per ora il giardiniere lo metterò io. Mi impegno magari a fare una scultura in meno, ma ora dedicarsi ai fiori è più importante. Faccio anche un appello - prosegue - a quei tanti piccoli vivai che vogliano e possano aiutare questo progetto donando dei fiori, un impegno che nelle rotonde e nelle aiuole antistanti le opere verrà ricordato con una targa. Mi rivolgo anche ad associazioni ambientaliste e ai paesaggisti per immaginare come dividere le aree. Vorrei lasciare questo museo come testimonianza viva». E la «visione», come la definisce Presti, va anche oltre: «Chissà se un giorno al posto dei nomi di questi viali a Librino, che prendono i nomi dagli antichi proprietari dei fondi agricoli, non potremo avere un “viale delle rose” e una “via dei ciclamini”».