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Catania, canile lager, in cinque rinviati a giudizio

Di Orazio Provini |

Il Gup Santino Mirabella ha rinviato a giudizio, (prima udienza il 7 febbraio prossimo) cinque persone accusate a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, maltrattamento di animali e stato di abbandono, nell’ambito dell’indagine sul conferimento e mantenimento di centinaia di cani randagi ospitati in due strutture gestite dall’associazione “Nova Entra”.

Si tratta di Mario Bongiorno veterinario e capo dell’associazione “Nova Entra”, di Rosario Puglisi, all’epoca dei fatti dirigente comunale dell’ufficio Ecologia e responsabile per le gare d’appalto (Rup), Carmelo Macrì e Carmelo Rubbino, dirigenti Asp del settore veterinario e Gaetano Bonanno, nel periodo dei fatti funzionario comunale dell’ufficio antiabusivismo edilizio.

La posizione di una sesta persona, Antonio Seminara, veterinario e indicato come dirigente sanitario della stessa associazione, è stata stralciata per difetti di notifica e sarà riconsiderata dalla Procura. Una vicenda lunga e complessa, nata da un esposto anonimo del luglio del 2013, che portò inizialmente a una serie di indagini del commissariato di Catania-Nesima e successivamente a ulteriori accertamenti anche del Nas dei carabinieri e di una task force del ministero della Sanità.

A sostenerla anche una denuncia del 2014 alla Procura e al ministero della Salute, dell’associazione animalista “l’Altra zampa”, sostenuta nel tempo da varie associazione e leghe animaliste: “LAV”, “PAE e “Lega Cane”, ieri rappresentate dagli avvocati Gaetana Cipolla, Castiglia Pilar e Michele Pezzone. Ipotizzate dall’accusa una serie di inadempienze sanitarie e strutturali nella gestione, nell’assistenza e nel mantenimento di centinaia di cani randagi che negli anni, per conto del Comune e di altri Enti pubblici della provincia, sarebbero stati compiuti in associazione e in spregio a norme e regolamenti, traendone ingenti vantaggi. In una prima fase dell’inchiesta per gli indagati venne chiesta l’archiviazione, opposta dalle varie associazioni, oggi parte civile, il Gip dispose l’imputazione coatta. Nel nuovo procedimento la Procura ha chiesto il rinvio deciso ieri dal Gup. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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