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Catania, condannati i tre boss del clan Santapaola Ercolano di Picanello

Il processo scaturito dall'inchiesta antimafia Orfeo

Laura Distefano

15 Novembre 2023, 16:31

Ciccio Napoli

Pene pesanti nei confronti di tre personaggi che hanno occupato posti di rilievo nello scacchiere della famiglia catanese di Cosa nostra, anche se con ruoli diversi. C’è il boss storico vecchio stampo, l’uomo d’onore riservato che dirige defilato come un fantasma, e il narcotrafficante. Il Tribunale di Catania ha condannato Marco Battaglia (a 12 anni e 2 mesi di reclusione), Francesco Tancredi Maria Napoli (a 11 anni e 8 mesi), Carmelo Salemi (a 14 anni e 2 mesi in continuazione con un’altra sentenza) al termine dell’infinito processo ordinario frutto dell’inchiesta del 2017 Orfeo che smantellò l’apparato di vertice e militare del gruppo del clan Santapaola-Ercolano di Picanello.

I tre imputati sono rimasti coinvolti per vicende collaterali al nucleo centrale delle indagini che hanno riguardato infatti il rito abbreviato già da tempo definitivo.

I loro nomi sono emersi anche in altri procedimenti. Battaglia è considerato in via Capo Passero il più navigato tra i trafficanti di cocaina. Anche se da qualche tempo ha deciso di lasciare la residenza di Trappeto nord. Ciccio Napoli, da qualche mese al 41bis, è considerato l’ultimo rappresentante provinciale di Cosa nostra a Catania. Sta affrontando il processo abbreviato “Sangue Blu” proprio per questo.

E infine Salemi, che avrebbe occupato dopo la sua scarcerazione - qualche anno fa - il posto di capo di Picanello. E lo avrebbe rivestito almeno fino al suo arresto nel blitz Idduriguardante la mafia a Giarre. Nel processo Orfeo il tribunale ha assolto «perché il fatto non sussiste» Monica Brullo, Carmela Cosenza e Rosanna Toscano.