Catania, corruzione al genio civile: 3 patteggiamenti e 2 rinvii a giudizio
La decisione della gup.
A titolo di “restituzione del profitto illecito” Natale Zuccarello, ex capo dell’ufficio del genio civile di Catania e imputato per corruzione nell’ambito di una serie di episodi emersi nell’indagine Genius, ha versato nel libretto giudiziario 52.500 euro. Un passo importante e che ha determinato anche l’accoglimento da parte della gup Anna Maria Cristaldi dell’accesso al rito del patteggiamento, che già aveva ricevuto il consenso da parte del pm Fabio Regolo. Infatti, la giudice ha condannato, su concorde richiesta delle parti, l’ingegnere a tre anni e sei mesi di reclusione. Inoltre Zuccarello è stato “interdetto dai pubblici uffici e incapace a contrattare con al Pubblica amministrazione, salvo che per ottenere le prestazioni di un pubblico servizio per tre anni e sei mesi. Condanna con patteggiamento anche per due imprenditori, coinvolti in un secondo capitolo dell’inchiesta della Guardia di Finanza. Giuseppe Tirendi, difeso dall’avvocato Goffredo D’Antona, e Costantino Antonio Pinzone Vecchio hanno “patteggiato” una pena di un anno e quattro mesi. Condannate anche le società Pavimentir, Cospin e Nurovi che sono finite nel calderone delle imprese “facilitate” dal meccanismo scoperto dai finanzieri dopo un’inchiesta fatta di diverse intercettazioni che avevano provocato anche qualche “smottamento” ai piani alti della Regione. Si tirava in ballo - in diverse conversazioni - l’assessore regionale Marco Falcone (all’epoca con delega alle Infrastrutture), che però non è mai stato nemmeno indagato in questo fascicolo.
La gup, contestualmente, ha rinviato a giudizio degli altri funzionari del genio civile Saverio Verde e Orazio Ignazio Carbonaro. La prima udienza sarà il prossimo 17 ottobre davanti alla Terza Sezione Penale del Tribunale.
Il Genio Civile sarebbe stato il teatro di un sistema, ben congegnato, di corruzione. Che qualcosa bolliva in pentola già si era compreso a giugno 2021, cinque mesi prima dell’operazione, quando i Finanzieri arrivarono in via Lago di Nicito per acquisire documenti e atti inerenti alcuni appalti. Il “blitz” dei militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria portò alle dimissioni del capo dell’ufficio Zuccarello e dell’ingegnere Verde. Ma questo non evitò ai due l’arresto a novembre del 2021.
In quel primo filone le fiamme gialle misero i radar in alcuni appalti pubblici del valore di 4 milioni di euro. E precisamente il consolidamento di dissesti stradali, causati da smottamenti, nell’area del Comune di Aci Catena, la sistemazione e all’ammodernamento di una strada provinciale a Catania, i lavori di recupero del sedime portuale, anche ai fini della messa in sicurezza per gli utenti e i lavoratori, del porto di Catania.
Ma quando scoppiò il polverone, molti capirono che la bambola ormai era rotta. La procura, continuando a scavare, riuscì a scoprire altri “cantieri” che avevano ricevuto “i favori” dei funzionari. E infatti si arrivò al secondo capitolo dell’inchiesta, che si si è chiuso con i patteggiamenti