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La sentenza

Catania: droga alla “fossa dei Leoni”, 12 le condanne definitive

Inflitti quasi 100 anni di reclusione. La Cassazione annulla con rinvio 3 posizioni, per loro pena da ricalcolare

Di Laura Distefano |

Punto e virgola nel processo frutto dell’operazione dei carabinieri che smantellò la piazza di spaccio del viale Grimaldi 10. Meglio conosciuta, per la sua conformazione urbanistica, la “Fossa dei Leoni”. A gestire gli affari di droga c’era Rosario Ragonese, u biondu, aiutato dal cognato Gaetano Maurizio Girone.La Cassazione ha scritto la parola definitiva nella sentenza emessa dalla Corte d’Appello per quasi tutti gli imputati, tranne per tre.

La sentenza della Cassazione

Seguiamo l’ordine del dispositivo della sesta sezione della Suprema Corte. «Annullata – scrivono gli ermellini – la sentenza impugnata nei confronti di Antonio Valentino Carruba, Vincenzo Antonino Carruba e Massimo Vinciguerra limitatamente al diniego delle attenuanti generiche e rinvia per nuovo giudizio sul punto ad altra sezione della Corte d’Appello di Catania». Per i due Carruba, difesi dagli avvocati Luca Mirone ed Enzo Merlino, e Vinciguerra, difeso da Sergio Ziccone, il processo è da rifare. O meglio la responsabilità è certa ma la pena dovrà essere ricalcolata tenendo in considerazione le generiche. La Corte d’Appello inflisse una condanna superiore ai 15 anni. Questa decisione consentirà di avere un consistente sconto di pena.La Corte di Cassazione invece ha «rigettato i ricorsi di Maurizio Gaetano Girone (19 anni e 4 mesi), Carmelo Lentini (3 anni e 6 mesi) e Rosario Ragonese (19 anni e 4 mesi). «Sono stati dichiarati inammissibili i ricorsi di Salvatore Ardizzone (5 anni e 4 mesi), Antony Patrizio Nico Lentini (4 anni e 4 mesi), Salvatore Messina (7 anni), Sebastiano Monteforte (5 anni), Antonino Prussiano (7 anni), Alessandro Salvatore Russo (7 anni), Antonino Russo (7 anni), Natale Simone Saraceno (4 anni e 4 mesi) e Giovanni Tricomi (8 anni).

Per chi è a piede libero, la Procura generale dovrà calcolare il residuo pena da scontare e poi emettere l’ordine di carcerazione che sarà eseguito a stretto giro. Ma può anche succedere – come è già accaduto altre volte – che qualcuno si presenti direttamente in qualche casa circondariale.

Il fratello dell’ergastolano

Quando scattò il blitz nel 2019, i carabinieri trovarono “congelati” nel freezer di uno degli imputati 9mila e 200 euro. Le indagini, avviate con telecamere e microspie, permisero di avere riscontri inequivocabili alle dichiarazioni di due pentiti. La piazza di spaccio avrebbe il marchio dei Cappello. Rosario Ragonese è fratello di Gino, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Raimondo Maugeri, uomo d’onore di Cosa nostra, avvenuto nel 2008 al Villaggio Sant’Agata. Quel delitto era stato commissionato da Iano Lo Giudice e Orazio Privitera, all’epoca reggenti della frangia dei Carateddi. Ultimamente un pentito, infatti, ha affermato che “u biondu” fa riferimento proprio alla corrente di Privitera, il boss della piana.Tralasciando particolari della geografica mafiosa catanese, viale Grimaldi 10 sarebbe stato trasformato in una vera macchina dei soldi grazie alle cessioni di droga. E tenendo conto che pochi mesi fa c’è stato il secondo capitolo dell’inchiesta gli affari forse, cambiando i protagonisti, non si sono mai fermati.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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