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Catania, ecco la squadra di Trantino: il candidato del centrodestra fra “usato sicuro” e new entry

FdI conferma l’uscente Parisi. Mpa ripesca Porto. La Lega punta sull’imprenditore Guzzardi, la Dc schiera l’avvocato Chisari. Fi in tilt: nome di bandiera

Di Redazione |

Il braccio di ferro fra Enrico Trantino e i partiti che lo sostengono finisce con un salomonico compromesso. Nella convulsa giornata che precede la scadenza per la presentazione di candidati e liste, il centrodestra trova un (complicatissimo) equilibrio tra i desiderata del candidato e le pressioni degli alleati, un mix tra usato sicuro e volti nuovi. Alla fine la cinquina è servita, con qualche conferma sui pronostici della vigilia e un paio di colpi di scena.

Fratelli d’Italia

Partiamo dal partito dell’aspirante primo cittadino, che aveva espresso l’indicazione di «non fare, almeno nei nomi in prima battuta, una giunta-fotocopia rispetto a quella uscente». Ma in Fratelli d’Italia ha invece prevalso l’indicazione del più pogliesiano tra gli assessori di Salvo Pogliese: Sergio Parisi, titolare delle deleghe allo Sport, ieri in grande spolvero allo Yachting nell’evento con i ministri Nello Musumeci e Gennaro Sangiuliano, in compagnia del patron rossazzurro Ross Pelligra. Un premio al compagno di squadra ritenuto «imprescindibile» dall’ex sindaco, che lo aveva sostenuto fino all’ultimo a Roma per la nomination per Palazzo degli Elefanti. Alla fine, però, Giorgia Meloni e Ignazio La Russa hanno scelto Trantino. Che negli ultimi tempi è stato sempre più spesso accompagnato dall’ex collega con delega allo Sport, oltre che da un’altra fedelissima del senatore meloniano, Barbara Mirabella, che sta gestendo (finora bene) la comunicazione della campagna elettorale. Sul via libera di Parisi (a cui seguirà l’indicazione di uno o due nomi del partito, in base ai risultati delle due liste, quella col simbolo di FdI e la civica Trantino Sindaco) avrà pure pesato il maggior spazio d’azione dovuto all’inchiesta sul “postificio” nei corsi di Ordine dei medici e aziende ospedaliere, nella quale è finito ai domiciliari un altro ex aspirante candidato sindaco (e ora aspirante assessore designato) del partito, Pippo Arcidiacono. E con l’ex assessore regionale Ruggero Razza, altro papabile scalzato da Trantino, ma poi non nel toto-giunta, tra gli indagati.

Autonomisti

Anche Raffaele Lombardo chiede e ottiene una deroga dal candidato sindaco: Alessando Porto (indicato tra i primi cinque assessori in quota Autonomisti e Popolari) non è formalmente un uscente della giunta Pogliese solo perché ha lasciato il posto qualche settimana prima delle dimissioni del sindaco per prendere quello di vicario nel gabinetto dell’assessore regionale Roberto Di Mauro. Porto, mancato deputato all’Ars con l’Mpa per poche centinaia di voti, era in giunta da esponente leghista. Adesso ha trovato la pace (politica) dei sensi con Lombardo, dopo essere passato alla storia, alle Regionali del 2017, per aver cambiato il manifesto elettorale (e il partito) l’ultima notte prima della scadenza, passando dalla lista Micari a Forza Italia. Ma in città ha un suo seguito da sempre, un valore aggiunto per le due liste autonomiste in campo.

Lega

La Lega schiera a sorpresa un volto nuovo. Almeno per i palazzi della politica che conta: Andrea Guzzardi, imprenditore under 40 nel settore delle essenze farmaceutiche, ha un’esperienza come consigliere della quinta Municipalità. Ma il requisito più importante è lo status di esponente del “vivaio” della segreteria politica di Luca Sammartino e Valeria Sudano, che l’hanno visto crescere e lo apprezzano molto. Non è dato sapere come la prenderà Fabio Cantarella, unico aspirante assessore tagliato in nome della «discontinuità» invocata da Trantino. Che alla coppia di big salviniani avrebbe espresso la preferenza di una donna in prima battuta, identificata nell’ingegnera Sonia Grasso, ex firrarelliana ora in quota Lega. Nulla di fatto in questo step, né per Cantarella né per lei, ma anche sull’indicazione del nome post urne la strada, occupata dai sammartiniani doc Peppe Gelsomino e Puccio La Rosa, sembra difficile.

Democrazia cristiana

«La Dc si conferma un partito che innova e rinnova la classe dirigente: abbiamo faticato a convincerlo – giura il leader Totò Cuffaro – ma alla fine siamo riusciti a presentare un assoluto volto nuovo, con un profilo di alto livello». Ovvero: Angelo Chisari, classe 1969, avvocato «specializzato in diritto assicurativo, contrattuale, fallimentare e societario», come recita il curriculum distribuito agli alleati che non lo conoscevano. Chisari, su preciso input del leader regionale e dell’assessore Andrea Messina, è stato preferito in questa fase a due altre alternative centriste di area Udc: Carmelo Sgroi e l’avvocato Mario Brancato. Che potranno rientrare in gioco, se i dati elettorali saranno confortanti.

Forza Italia

La vera sorpresa, in serata, arriva da Forza Italia. Che nella giunta virtuale di Trantino al primo turno indica un nome-civetta: il commissario regionale Marcello Caruso, segretario particolare e uomo-ombra di Renato Schifani. Una «scelta istituzionale», trapela da fronte azzurro, anche per risolvere una bagarre tra gli altri aspiranti. Il più quotato, fino a ieri pomeriggio, era l’ex capogruppo consiliare Giovanni Petralia. Ma nel partito c’erano anche le aspettative dei mancati deputati regionali rimasti a bocca asciutta nella lista etnea: Salvo Tomarchio e Antonio Villardita. E anche Massimo Pesce, per qualche tempo in predicato di essere candidato presidente alla terza circoscrizione, poteva essere della partita. Alla fine, col conforto di Schifani, Marco Falcone e Nicola D’Agostino hanno scelto di non scegliere: Caruso è un nome prestigioso, ma il braccio destro palermitano del governatore non potrà certo venire a svernare. «Per adesso c’è lui come simbolo di tutto il partito, dopo il voto si vedrà» è il mantra forzista. Chissà che ne pensano gli elettori del centrodestra, che nella cinquina di Trantino non troveranno una sola donna.

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