Da un lato la protesta degli insegnanti della scuola primaria che ieri non si sono presentati a scuola dopo l’aggressione di venerdì a due insegnanti del plesso di via Pantelleria, succursale dell’istituto comprensivo Francesco Petrarca di Trappeto Sud, dall’altro la mamma che fornisce la propria versione dei fatti sull’accaduto. «Mio figlio mi ha detto che la maestra gli aveva dato una pacca sulla testa. La maestra non si deve permettere di mettere le mani addosso a un bambino, deve farsi un esame di coscienza per quello che ha fatto. Lei e non io, perché io ho sbagliato che le ho alzato le mani, ma lei non ha fatto di meno…» ha detto ai giornalisti ieri mattina dopo avere parlato in privato con il sindaco Enrico Trantino, in visita di buon mattino per fare sentire la presenza delle istituzioni. Ed è stato proprio il primo cittadino a ricordare che non si reagisce con la violenza, ma rispettando le leggi. Il sindaco è poi entrato nel plesso scolastico per incontrare gli alunni di una classe della scuola, la quinta elementare frequentata dal figlio della mamma che ha aggredito la maestra e si è seduto accanto a loro.
«Le criticità ci sono, ma questo non giustifica il comportamento di chi ha aggredito l’insegnante a cui va il nostro sostegno. Come Amministrazione – spiega a La Sicilia l’assessore alla Pubblica Istruzione Andrea Guzzardi – noi abbiamo già previsto la ristrutturazione della palestra, la sistemazione di alcune aule che risultano inagibili per potere offrire servizi aggiuntivi con l’associazione di volontariato che svolgono attività ricreative e sociali, così come il doposcuola per i bambini. Cercheremo di portare qualche altro servizio e in più aggiungeremo le telecamere esterne quando faremo i lavori di riqualificazione e concorderemo anche con le associazioni sportive le attività nella palestra che verrà rimodernata. Questo è il segnale che lanciamo così come abbiamo già fatto in altre realtà per vivere la scuola a 360 gradi».Davanti alla scuola ieri mattina era presente anche l’arcivescovo Luigi Renna che ha parlato con alcune mamme apparse infastidite per l’eco mediatica che ha avuto l’accaduto, da loro ritenuto «esagerato», chiedendo il rispetto della privacy degli alunni.
«La scuola – ha sottolineato Renna – è stata ferita nel suo grande compito di educare, perché sono i bambini le vere vittime di tutto questo: il cattivo esempio dato con l’aggressione della docente, potrebbe diventare il seme da cui nasce la mentalità che i problemi si risolvono con la violenza. Solidarietà con le insegnanti e dialogo con le famiglie, perché superino un modo di fare che non porta a nulla. Le condizioni della struttura scolastica, la carenza di servizi nel territorio, favoriscono, ma non giustificano l’accaduto. Ciò che favorisce una ripresa e fa intravvedere un futuro è il dialogo iniziato con l’Amministrazione comunale e con le altre istituzioni. Cari genitori lasciate crescere nella serenità e nel rispetto delle regole i vostri figli». Presente anche il presidente del Consiglio Comunale Seby Anastasi.
«Siamo vicini alle nostre docenti che hanno bisogno di essere confortate e aiutate a riprendersi – ha detto ai cronisti il preside Giuseppe Sebastian Adonia – questa scuola fa tantissime attività pomeridiane, la struttura ha le sue problematiche che gli Enti locali conoscono bene e che si stanno attivando per risolvere. I locali sono dignitosi e i bambini meravigliosi e noi lavoriamo per loro. Io mi sono limitato, insieme con l’ufficio scolastico regionale, a contenere i danni e a cercare di aiutare le persone che in questi giorni sono state molto provate».
Sul fronte delle indagini, nulla di nuovo. Sull’aggressione indagano i carabinieri della Compagnia Fontanarossa e della Stazione di Nesima. Ma al momento non risulta presentata alcuna denuncia.