Catania: il Pudm, il piano delle spiagge e delle scogliere, è in stand-by
Un’ipotesi per sbloccare la situazione potrebbe essere allegare l’atto al documento preliminare per il Pug
Metterlo insieme al Pug, così da accelerarne l’approvazione. Il Pudm, Piano di utilizzo del demanio marittimo, potrebbe subire un’accelerata dopo l’estate. Quando, assieme al Documento preliminare alla progettazione del Piano urbanistico generale, da approvare in Consiglio (si spera in autunno), potrebbero arrivare due allegati inaspettati: il Pudm, come detto, e il Pua, il Piano urbanistico attuativo Catania sud. Un modo, dicono dalla direzione Urbanistica, per avere davvero una progettazione coordinata. Visto che tra tutt’e tre - Pug, Pudm e Pua - ci sono ampie aree di sovrapposizione, soprattutto nella zona di viale Kennedy e della riserva del fiume Simeto. L’ipotesi è attualmente al vaglio degli uffici, bisogna capire se è compatibile con la complessa normativa in materia di urbanistica regionale.
In quest’estate che fino all’ultimo ha lasciato in dubbio a proposito della localizzazione delle spiagge libere e nel corso della quale si continua a guardare con apprensione ai dati che emergono dalle analisi dell’Asp sulla presenza di batteri fecali negli specchi acquei cittadini, si torna a parlare di Piano di utilizzo del demanio marittimo. Il Pudm serve, di base, a organizzare le spiagge: sia l’arenile sabbioso, sia la zona della scogliera. Il Piano definisce gli spazi e i lotti, stabilisce cosa deve rimanere costa libera - e quindi senza concessioni - e cosa, invece, può essere affidato ai privati. È, insomma, una sorta di piano regolatore riservato all’accesso al mare. E, come tale, a Catania, ha avuto un percorso piuttosto complesso. Negli ultimi dieci anni, per esempio, uno l’ha adottato la giunta guidata da Enzo Bianco, nel 2015, e un altro la giunta di Salvo Pogliese, nel 2021, quando assessore all’Urbanistica era l’attuale sindaco Enrico Trantino.
A prescindere da quanto valutato da primi cittadini e assessori, i loro Piani finora non hanno completato l’iter amministrativo. Mentre a livello regionale venivano aggiornate, di volta in volta, le linee guida per la compilazione dei documenti. Adesso, fanno sapere dagli uffici di via Biondi, un’idea potrebbe essere sfruttare le procedure semplificate per il Pug. Se si approvano Pua e Pudm insieme al Documento preliminare del Piano urbanistico, almeno quelli cominciano a produrre effetti. Diventano, cioè, regole da fare valere. E sulla base delle quali potere mettere a bando le concessioni demaniali della Plaia, giusto per fare un esempio, che scadranno il 30 settembre 2027, come da ultima proroga. Se sarà questa la strada che l’amministrazione catanese deciderà di intraprendere, però, non è ancora sicuro. Oltre che dalla normativa, potrebbe dipendere anche dai risvolti politici: se l’attuale vicesindaco Paolo La Greca rimarrà al suo posto, e quindi la delega all’Urbanistica resterà nelle sue mani, è possibile che questo sarà il percorso scelto. Se invece La Greca cederà spazio alle ragioni di partito e farà un passo indietro, il nuovo assessore potrebbe dare indirizzi differenti. Potrebbe magari volere scorporare gli iter di Pug, Pudm e Pua per permettere al consiglio comunale un’analisi più dettagliata di ciascun documento. Assumendosi la responsabilità di allungare un poco i tempi.
«So che i consiglieri stanno seguendo l’argomento, ma non mi risulta che ci siano sedute da calendarizzare a proposito del demanio marittimo», afferma il presidente del consiglio Sebastiano Anastasi (Mpa) . «Negli ultimi mesi ci siamo occupati prevalentemente del Piano urbanistico generale - risponde Erio Buceti (FdI), presidente della commissione Urbanistica - Certo, questo non significa che non ci preoccupi l’eventualità che per il Pudm venga nominato un commissario…». E questo è l’altro tema. Perché le nuove linee guida per la redazione del Pudm l’assessorato regionale all’Ambiente le ha approvate a gennaio 2025. E a febbraio sono arrivate anche le regole per aiutare i Comuni a predisporre i bandi per affidare le concessioni per una durata tra i cinque e i vent’anni.
Quantomeno, Catania può dire di non essere più in ritardo di molti altri. Di quasi tutti gli altri, per essere precisi. Di Pudm approvati dalla Regione in tutta la Sicilia ce ne sono soltanto due, come emerge dal sito ufficiale del Demanio marittimo: quello di San Vito Lo Capo, nel Trapanese, datato 2019; e quello di Milazzo, in provincia di Messina, approvato alla fine di giugno 2025. Nel resto dell’Isola niente. Al massimo, ci sono 58 Comuni che hanno portato il documento, fondamentale per la pianificazione balneare, alla votazione del consiglio comunale. E nessuno di questi 58 ricade nella provincia di Catania