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Catania, vertenza Pfizer: Regione e sindacati chiedono stop a procedure di licenziamento

Si è svolto un tavolo promosso dall'assessorato regionale al lavoro anche con i vertici dell'Azienda che, da parte sua, ha confermato esuberi e investimenti per 27 milioni in tre anni

Di Redazione |

Sospendere la procedura di licenziamento collettivo in attesa di conoscere il piano industriale che Pfizer Italia intende presentare per il futuro dello stabilimento di Catania. E’ quanto hanno chiesto questa mattina a Catania Cgil, Cisl, Uil e Ugl durante il tavolo di confronto sulla vertenza Pfizer che ha annunciato 130 esuberi nel sito di Catania.   L’incontro è stato voluto dall’assessore regionale del Lavoro, Antonio Scavone, alla presenza del prefetto Maria Carmela Librizzi, dei dirigenti regionali dell’assessorato del Lavoro e dell’assessorato delle Attività produttive e della multinazionale, rappresentata dal site manager dello stabilimento etneo Giuseppe Campobasso. A renderlo noto è l’Ugl.   Pfizer si è limitato a confermare gli esuberi, i 27 milioni di euro di investimenti nella triennalità e la volontà di mantenere la fabbricazione dei prodotti iniettabili. Scavone ha chiesto a Pfizer una relazione entro una settimana e il congelamento degli esuberi, sostenendo l’azione intrapresa dai sindacati. Il sindaco facente funzioni di Catania, Roberto Bonaccorsi, che ha oltretutto evidenziato come l’assenza di un piano concreto da parte di Pfizer è «inammissibile». 

«Catania da 65 anni – hanno detto all’unanimità i vertici regionali e territoriali, insieme ai rappresentanti sindacali unitari di Cgil, Cisl, Uil e Ugl – vanta questa fabbrica nata dalla lungimiranza di un nostro concittadino e divenuta poi, dopo varie cessioni, uno dei poli più importanti della farmaceutica a livello mondiale. La multinazionale, per convincerci che non vuole abbandonare il nostro stabilimento deve innanzi tutto ritirare la procedura avviata e poi garantirci l’esame sereno di un progetto industriale serio e credibile».   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA