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Coronavirus, è psicosi anche negli ospedali di Catania: con l’influenza reparti in tilt

Di Giuseppe Bonaccorsi |

CATANIA – La psicosi è una brutta bestia. Una malattia difficile da sconfiggere… Ne sanno qualcosa i medici e gli infermieri dei Pronto soccorso di Catania costretti, in questi giorni di picco influenzale e decine di casi seri di polmonite e broncopolmonite, a dover far fronte anche a fenomeni di psicosi collettiva per il coronavirus «2019-nCoV» che, per fortuna, in Italia al momento registra solo due casi isolati.

Ma nella confusione generale di un periodo generalmente «caldo» per i reparti di emergenza a causa dell’accavallarsi dei sintomi del coronavirus con quelli della comune influenza di stagione, basta un nonnulla per mandare in tilt i reparti. Per questo la raccomandazione per la popolazione è quella di non lasciarsi prendere dal panico.

L’allarme, per fortuna è scemato nel volgere di poche ore e ha riguardato ieri il Cannizzaro, pronto soccorso nel quale – si racconta – l’allarme è scattato per una thailandese che accusava tosse e febbre dopo essere tornata da un viaggio in patria. La notizia si sarebbe diffusa in pochi minuti e l’allerta è stato massimo. Per fortuna la professionalità dei medici è stata impeccabile. La donna è stata trasportata in una sala di biocontenimento del reparto malattie infettive dove in poco tempo l’allarme è scemato.

Qualche giorno fa, invece, l’allerta era scattato al Policlinico dove una ambulanza ha trasportato un turista americano che aveva accusato un malore in un locale della città. Il paziente è giunto al presidio di emergenza del Policlinico universitario accompagnato da un cordone di sicurezza sanitario degno di un film apocalittico. «Ci siamo trovati di fronte a personale in tuta bianca e mascherine» ha commentato un operatore del reparto e ci siamo preoccupati, accompagnando il paziente che aveva avuto delle convulsioni, nella nostra stanza di isolamento». Per fortuna anche questo caso si è rivelato errato.

Stessa sorte per un altro episodio accaduto sempre al Policlinico due giorni fa quando al pronto soccorso si è presentato un cinese che era appena rientrato dalla Cina. Attimi di panico perché l’uomo presentava febbre alta e tosse secca. Ma anche in questo caso si trattava solo di una influenza.

Un caso di psicosi anche al pronto soccorso del Garibaldi dove un giovane si è presentato al triage accusando un malore e dicendo che era appena rientrato dalla Cina. Anche in questo caso l’uomo è stato preso in consegna da personale munito di mascherina e trasferito nella sala di biocontenimento. ma alla fine, fortunatamente, anche questo caso si è sgonfiato in poche ore. Addirittura si trattava di un banalissimo raffreddore.

Le autorità invitano ad evitare la psicosi e gli esperti ritengono al momento la situazione priva di pericolosità per la nostra isola aggiungendo che il coronavisus sarebbe più infettivo , ma meno pericoloso di altre epidemie del passato come la Sars. Addirittura c’è chi sostiene che per certi versi il virus cinese sarebbe meno pericoloso delle complicanze dell’influenza tradizionale. Ma non è possibile sapere nulla in più perché dall’assessorato alla Salute è stato imposto il rigore nelle dichiarazioni e gli infettivologi non rilasciano alcuna dichiarazione sollevando più di una perplessità.

La “consegna del silenzio” si evince anche dalle dichiarazioni rilasciate due giorni fa dall’assessore Ruggero Razza in un comunicato stampa: «Ad oggi in Sicilia non si registrano casi, nemmeno sospetti, riconducibili al Coronavirus. L’Assessorato della Salute, tuttavia, ha già predisposto un piano che coinvolge le Aziende del SSR, il 118 ed i medici di medicina generale attraverso una procedura dedicata che in caso di necessità verrebbe immediatamente attivata. Desidero, infine, rivolgere un appello agli operatori dell’informazione affinché continuino ad agire con scrupolo e rigore nella gestione delle notizie collegate a questa vicenda: un caso sospetto si può certamente controllare, il panico no».

Oggi, si apprende, che il tema coronavirus sarà oggetto di un incontro al Policlinico di esperti per studiare i percorsi clinici da attuare. Lo stesso avverrà in un mini convegno all’ospedale Cannizzaro. Insomma ci si prepara all’eventualità che anche nei nostri ospedali in Sicilia si verifichi il primo caso ufficiale che, speriamo, non arrivi mai.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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