23 dicembre 2025 - Aggiornato alle 21:38
×

Delitto Deborah Pagano, richiesta di ergastolo e isolamento per il marito omicida

L’uomo chiamò i soccorsi solo due giorni dopo la morte della donna: quando i sanitari del 118 arrivarono nella casa di via Principessa Mafalda, nel Giarrese, chiamarono il 112 capendo che qualcosa non quadrava

Laura Distefano

03 Giugno 2025, 15:49

Delitto Deborah Pagano, richiesta di ergastolo e isolamento per il marito omicida

«Ergastolo e isolamento diurno per due anni». Questa la richiesta di pena avanzata dal procuratore aggiunto Fabio Scavone e dal sostituto procuratore Fabio Platania nei confronti di Leonardo Fresta, l’uomo accusato di aver ucciso la moglie Deborah Pagano l’8 luglio 2022 nella sua abitazione a Macchia di Giarre, nel Catanese. L’uomo chiamò i soccorsi solo due giorni dopo la morte della donna: quando i sanitari del 118 arrivarono nella casa di via Principessa Mafalda chiamarono immediatamente il 112 capendo che qualcosa non quadrava.

E, infatti, come si è scoperto dalle indagini e dalle prove portate nel lungo dibattimento Fresta, con l’aiuto di un amico, tentò anche di nascondere il corpo di Deborah che fu avvolto in un tappeto e poi messo nel cofano della macchina. Poi il cadavere fu riportato all’interno dell’abitazione e furono avvertiti i soccorsi. Il procuratore aggiunto Scavone ha analizzato punto per punto le prove portate nel processo: i rilievi scientifici effettuati dalla Sis dei carabinieri di Catania nel bagno (dove era la vittima), nelle altre stanze, nel cortiletto e anche nella Fiat 500 L hanno fatto da riscontro alle immagini delle telecamere che immortalano Fresta uscire di casa e armeggiare con un grosso pacco nei giorni prima della richiesta di un’ambulanza.

L’imputato (che ha anche condanne per mafia) nel corso del dibattimento ha cambiato versione su dove e quando si sarebbe sentita male la donna, anche se ha sempre respinto l’accusa di omicidio. Deborah aveva ecchimosi e fratture. Condizioni in antitesi con un malore. Alla fine la causa della morte è fornita dal pool di periti nominati dalla Corte d’Assise: asfissia. Per i pm quindi il quadro probatorio sarebbe blindato per chiedere il massimo della pena prevista dall’ordinamento giudiziario per l’omicidio aggravato. Richiesta a cui si è associata la parte civile. La coppia aveva una bambina che nel weekend del delitto era a casa della nonna materna.