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l'intervista

Enzo Bianco: «Il flop? Se ci fossi stato io candidato…»

«Ok ai progetti condivisi. A Trantino il consiglio di agire con spirito di libertà»

Di Carmen Greco |

È una sconfitta doppiamente amara per Enzo Bianco. Per l’incandidabilità decisa dalla Corte dei Conti che gli ha precluso l’ennesimo tentativo di tornare a Palazzo degli Elefanti, e per il risultato della “sua” lista civica, mai così in basso, solo una manciata in meno di tremila voti (2.978, il 2,56 per cento).

Qual è il suo stato d’animo? La lista con Bianco per Catania che prende meno del 3 per cento…

«Io ho ripreso subito a lavorare, già da ieri a Roma, com’è nel mio stile; non esiste nel mio temperamento abbattersi e farsi prendere dallo scoramento. La lista ha avuto un risultato certamente deludente, com’è stato deludente il risultato di tutta la coalizione del centrosinistra, eleggendo solo 6 consiglieri su 36».

Se l’aspettava?

«Non in questi termini. Percepivo che ci fosse una condizione difficile. Fino a un mese prima stavamo lavorando per una mia possibile candidatura e i sondaggi che avevo visto fino ad allora erano completamente diversi, anche quelli commissionati da altre forze politiche, anche della maggioranza. Non mi aspettavo, però, che ci fosse una differenza così marcata fra la mia discesa in campo personale e il fatto di accompagnare l’impegno delle persone che generosamente si sono candidate nella mia lista senza di me. Lavorare ad una candidatura a sindaco e poi passare ad allestire una lista a sostegno di un altro candidato sono due operazioni completamente diverse. Abbiamo dovuto stravolgere tutto da un giorno all’altro: l’impostazione della campagna elettorale, l’organizzazione, i candidati…».

Pensa di aver sbagliato qualcosa?

«Penso che il risultato complessivo che c’è in Italia attualmente premi il centrodestra, persino in realtà come Ancona, per citarne una, dove il centrosinistra governava da vent’anni. Questo risultato a Catania è ancora più accentuato e colpisce tutte le forze che hanno sostenuto Maurizio Caserta, anche la lista civica “Con Bianco per Catania” che è arrivata a risultati certamente inferiori rispetto alle aspettative. In un clima diverso. In Italia oggi il vento soffia da un’altra parte».

Lei prima delle elezioni e dello stop alla sua candidatura, ha rilasciato un’intervista in cui parlava di “ragazzi che invocavano il suo ritorno”, ma poi questi ragazzi non si sono materializzati alle urne. Perché?

«Perché alla fine non ho potuto candidarmi (preannuncio che sto presentando iniziative giudiziarie appropriate) e quindi non c’è stato il mio ritorno. Tanti ragazzi chiedevano che io facessi il sindaco della città, ne ho incontrati tantissimi nei mesi scorsi, pieni di idee e proposte per il futuro di Catania. Alcuni di questi, pronti a candidarsi al mio fianco, si sono scommessi in altre liste, anche con eccellenti risultati. Tante persone, non solo loro, speravano e mi incoraggiavano a candidarmi. C’è un rapporto di fiducia personale. La fiducia nei confronti della coalizione e di un altro candidato sindaco, Maurzio Caserta (persona degnissima e di grande valore che voglio ringraziare) sicuramente non ha comportato questo automatico trasferimento di consenso».

Quindi è stata la sua assenza a comportare il flop della lista?

«Il risultato insoddisfacente deriva dal fatto che a Catania c’è stata una vittoria e un vento di destra che hanno portato Trantino a percentuali eccezionali e che ha colpito tutte le forze politiche del centrosinistra, compresa la mia lista civica. Secondo me, se fossi stato candidato personalmente, sarei stato un argine, almeno in parte, rispetto a questa flessione, ma sono valutazioni di carattere personale. Tantissima gente ancora oggi andando in giro per Catania esprime il rammarico di non avermi potuto votare, con una decisione presa in un modo clamoroso, alla vigilia della presentazione delle liste che mi ha messo fuori gioco senza aver il tempo di preparare qualcosa di diverso dalla soluzione di emergenza che abbiamo trovato e per la quale comunque ringrazio tutti, uno per uno. Nel clima generale ogni voto rappresenta una speranza per la città».

A proposito di situazione d’emergenza, la capolista era sua figlia, s’è pentito di averla coinvolta? Come papà e come politico…

«No, anzi, la voglio ringraziare pubblicamente da papà e da politico, perché Giulia in questo momento sta facendo un master a Milano davvero impegnativo, con la sua consueta serietà. Lei ha accettato di candidarsi per dare un messaggio di speranza ai ragazzi catanesi, alle migliaia di ragazzi che sono costretti ad inseguire il loro futuro fuori dalla città e dalla Sicilia. Lei si è candidata per dare il messaggio che dobbiamo lottare nella nostra città, non abbandonarla perché la partita si gioca qui. È stata veramente generosa, tenuto conto dei suoi importanti impegni di studio fuori Catania».

Dopo 35 anni, metterà un punto alla sua esperienza politica in questa città o no?

«Amo Catania, amo la mia città continuerò a lavorare per Catania, anche collaborando lealmente e istituzionalmente con il nuovo sindaco, al quale va il mio sincero augurio di buon lavoro, sperando che sappia e possa invertire le tendenze negative degli ultimi cinque anni. Darò una mano comunque alla città nel ruolo di opposizione e nelle responsabilità che ho a vario titolo. Catania non può continuare così, deve avere un’inversione di tendenza e cercare di cogliere le opportunità enormi che ci sono, penso al percorso della metropolitana, a corso Martiri della Libertà, a riprendere gli investimenti nel mondo produttivo. È fare politica tutto ciò? Lo è: anche se questo non mi portasse domani ad alcuna candidatura».

L’ultima carica istituzionale che ha ricoperto è stata quella di consigliere comunale. Una cosa che ha fatto di cui va fiero?

«Non solo come consigliere comunale, ma con profonda convinzione, ho lavorato sempre per lo sviluppo di Catania. Un esempio su tutti: in questi anni ho incoraggiato e sostenuto la 3Sun per realizzare l’importante ampliamento di Catania per il fotovoltaico che ne fa oggi uno degli stabilimenti più importanti d’Europa, con la possibilità di assumere centinaia di ragazzi».

Dall’alto dei suoi quattro mandati, si sente di dare dei consigli a Enrico Trantino?

«Ho conosciuto Trantino facendogli opposizione nell’ultima consiliatura; gli consiglio di agire con il massimo spirito di libertà. Lui avrà un’opportunità straordinaria, lavorare con una maggioranza che quasi nessuno ha mai avuto nella storia della città e potrà evitare di finire sotto pressione da parte di una singola forza politica o di un singolo personaggio. Ha la forza anche per fare dei cambiamenti importanti rispetto ai 5 anni dell’amministrazione di cui ha fatto parte. Gli auguro di avere fino in fondo questo coraggio e di farlo con spirito di libertà. È una persona intelligente e preparata. Se lo farà, anche io e noi, più in generale, anche pezzi della città – come ha dichiarato con grande, consueta correttezza, lo stesso Caserta – siamo pronti a dare una mano per progetti che condividiamo. Come saremo pronti ad opporci fermamente di fronte a decisioni sbagliate o che noi riteniamo gravi per il futuro di Catania».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA