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L'inchiesta

Esplosione a Catania, caccia alle cause del disastro: «Innesco dentro un’abitazione»

In via Galermo solo per miracolo non ci sono state vittime. Il punto della situazione

Di Laura Distefano |

Vanno via con le valigie cariche. In mano hanno anche dei peluche «Mia figlia che non riesce a dormire senza», dice una giovane mamma. Ieri alle 3 del pomeriggio in via Galermo non ci sono più reporter e giornalisti ma solo soccorritori e sfollati. In molti aspettano, come in macelleria, il loro turno per cercare di recuperare qualcosa a casa.

Le palazzine sventrate

In via Fratelli Gualandi due palazzine sono state sventrate dall’esplosione. C’è tanta rabbia nel viso di alcuni residenti. «Io sentivo puzza di gas da dieci giorni. Altro che qualche ora», dice una donna. «Qui noi viviamo da 40 anni, nessuno di noi è attaccato alla rete del gas. Vogliamo capire cosa sia successo».Domande a cui potrà dare una risposta l’inchiesta aperta dalla procura di Catania guidata da Francesco Curcio. Martedì sera il pm di turno, Emanuele Vadalà, è andato a San Giovanni Galermo. Il fascicolo, che è coordinato dal procuratore aggiunto Fabio Scavone, è per disastro colposo. Ma è solo un titolo embrionale, tutto potrebbe cambiare dopo gli accertamenti. Cruciali saranno le relazioni dei vigili del fuoco e della società Catania Rete Gas. Il bilancio complessivo alla fine è stato di 14 persone ferite. Due sono i più gravi.

Nessuno sotto le macerie

Ma la notizia più importante è che sotto le macerie non c’è nessuno. Il disperso che tutti cercavano ieri notte ha contattato la famiglia dopo che ha saputo dell’esplosione dai social e dai telegiornali. «Le nostre unità cinofile hanno lavorato ininterrottamente tutta la notte e l’esito delle ricerche è negativo: non sono state rinvenute persone», dice in conferenza stampa il comandante dei vigili del fuoco di Catania, Felice Iracà.Su cosa abbia scatenato l’esplosione nessuno si sbilancia. La parola d’ordine ieri è stata “sicurezza”.

Le sacche di gas

«Abbiamo ancora qualche sacca di gas nella parte alta del quartiere che stiamo monitorando, stiamo rilevando però le concentrazioni sono calate sia perché la rete è stata alimentata sia perché evidentemente la falla che si è creata da qualche parte fa uscire il gas non immediatamente». aggiunge Iracà. Le domande però si fanno insistenti: la gente vuole risposte. «E’ probabile – spiega – che l’innesco sia avvenuto proprio all’interno dell’abitazione».Sul posto anche carabinieri e polizia con squadre per prevenire anche azioni di sciacallaggio. «Stiamo cercando di garantire alle persone un primo accesso presso le loro abitazioni in modo da recuperare gli effetti personali e anche medicinali o beni di prima necessità», chiarisce il capitano Beatrice Casamassa, comandante dei carabinieri della compagnia Fontanarossa di Catania. La Questura di Catania sta curando l’aspetto dell’ordine pubblico. «Ieri abbiamo fatto evacuare delle persone per l’emergenza e devono essere tutelati i beni lasciati nelle loro case. Dopo il controllo dei vigili del fuoco sulla staticità delle abitazioni potranno o rientrare o andare a recuperare beni personali», argomenta invece il dirigente della squadra Volanti della Questura di Catania, Nino Ciavola.Le palazzine crollate sono di proprietà dello Iacp. «Non abbiamo ancora un quadro preciso della situazione, attendiamo di sapere dai vigili del fuoco notizie sui danni e quando ci permetteranno di accedere», commenta il presidente dell’Iacp di Catania, Angelo Sicali.

L’unità di crisi

L’Unita di Crisi coordinata dalla Prefettura sta tenendo le file della macchina dei soccorsi e di intervento. Il sindaco Enrico Trantino garantisce che si sta facendo di tutto «per un graduale rientro alla normalità». L’obiettivo è quello di far tornare tutti a casa, ma ieri sera solo un piccolo gruppo di residenti ha potuto dormire nel proprio letto.Da Palermo è arrivato un messaggio dal governatore siciliano Renato Schifani: «Sto seguendo, in stretto contatto con la Protezione civile regionale, la situazione nel quartiere San Giovanni Galermo di Catania. Voglio esprimere la mia vicinanza alle persone rimaste ferite nell’esplosione, alle loro famiglie e a tutti gli sfollati che attendono di poter fare ritorno nelle loro abitazioni. Ringrazio le forze dell’ordine e tutti i soccorritori che, da ore, sono impegnati in maniera instancabile a sostenere la popolazione».«Sembra una scena di guerra», mormora qualcuno guardando le palazzine rosse di via Fratelli Gualandi. Ma l’unica guerra che ha avuto questo teatro è quella di mafia del 2004. Qui fu colpito il boss Alfio Mirabile. E si scatenò la faida. Ma questa è davvero un’altra storia.

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