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Etna, dove il Parco ciclistico batte la crisi

Di Maria Elena Quaiotti |

Mentre tutti i dati del turismo italiano finora resi noti sono in picchiata, soprattutto nelle “città d’arte”, ce n’è uno in controtendenza, forse inaspettato, ma comunque in salita ripida, proprio come i tornanti che lo caratterizzano: dal mese di giugno a oggi, infatti, si sta registrando un vero e proprio “boom” di presenze di sportivi su due ruote, dilettanti e professionisti, che affollano ogni giorno e a ogni ora il Parco ciclistico dell’Etna. Le strutture ricettive, i ristoranti, i noleggiatori di biciclette, i fornitori di servizi e gli accompagnatori turistici stanno ricevendo continue prenotazioni anche per le prossime settimane, confermando l’idea geniale che solo qualche anno fa ha avuto uno dei fondatori del Parco ciclistico dell’Etna, Paolo Alberati. L’Etna è sempre stata lì, in fondo. E c’è voluto un “continentale”, nato a Perugia ma ormai trapiantato a Pedara, ex ciclista professionista, allenatore, talent scout, giornalista, scrittore e appassionato di cicloturismo per accorgersi che “Idda”, se rispettata, sarebbe stata un volano per il cicloturismo.

Il Parco è stato inaugurato ad aprile 2019, si tratta di percorsi definiti e opportunamente segnalati per garantire la sicurezza di auto e ciclisti. Anche il Giro d’Italia prevede una tappa sull’Etna, quest’anno fissata il 5 ottobre con il primo arrivo in salita, a Piano Provenzana. Ultimi, ma solo in ordine di tempo, a cavalcare i tornanti del vulcano sono stati gli Allievi e Juniores del Team Nibali, seguiti attentamente da Alberati. Ma ci sono altre nuove e sorprendenti prospettive: sono infatti in corso confronti e valutazioni del Parco ciclistico con il Cai Catania per allargare l’offerta del Parco a nuovi sentieri di strada da percorrere sia a piedi che in bicicletta, che andrebbe a completare l’“offerta” attuale, composta da sei versanti (le salite), per circa 200 chilometri e sette mila metri di dislivello (una proposta unica al mondo), oltre, solo per citarne una, la pista Altomontana, un suggestivo giro dell’Etna percorribile in bici e a piedi per appassionati escursionisti, altro settore in crescita, ideale anche per le famiglie.

«Quella di quest’anno è un’estate particolare – spiega Alberati – il post lockdown ha fatto riscoprire alle persone l’importanza di volersi bene immergendosi nella natura. Dal 4 maggio la mancata ripresa delle competizioni, nel rispetto delle norme anti Covid, ha aperto nuove prospettive, come quella delle pedalate sui versanti del parco in solitaria, sfidando se stessi. I primi a tornare sono stati i siciliani, ma con l’allentamento delle restrizioni stiamo registrando presenze e richieste non solo dal nord Italia – e sono persone che stanno programmando voli solo per venire qui – ma anche dall’estero. Attendiamo tutti i ciclisti su questi tornanti. L’obbiettivo iniziale del Parco è stato centrato, ora cerchiamo di consolidarlo e andare avanti, sempre nel rispetto della montagna e della natura». «Stiamo lavorando – svela Alberati – su due nuovi tornanti, che all’inizio avevamo scartato perché infestati dalla spazzatura, Biancavilla-Rifugio Sapienza e pure Adrano-Monte Intraleo, che porteranno a 10 mila metri il dislivello totale del Parco ciclistico».

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