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“Gorgoni”, stralciata posizione di Maesano al processo su gestione illecita dei rifiuti

Di Redazione |

CATANIA – La presentazione di eccezioni preliminari ha caratterizzato la prima udienza, davanti alla prima sezione penale del Tribunale di Catania, del processo scaturito dall’inchiesta “Gorgoni” sulla raccolta dei rifiuti dei Comuni di Aci Catena, Misterbianco e Trecastagni, nata da un’indagine della Dia etna, diretta da Renato Panvino. Dal procedimento è stata stralciata la posizione dell’ex sindaco di Aci Catena, Ascenzio Maesano, per un difetto di notifica. La sua posizione sarà unificata a quella degli altri 10 imputati nella prossima udienza, fissata per il 25 giugno, per il conferimento dell’incarico del perito che dovrà trascrivere le intercettazioni e la deposizione di due testi dell’Accusa.

Oltre a Maesano sono imputati Gabriele Antonio Maria Astuto, dell’ufficio tecnico del Comune di Tracastagni; Rodolfo Briganti, legale rappresentante della Senesi; Orazio Condorelli; il giornalista Salvo Cutuli; Giuseppe Grasso; Vincenzo Guglielmino amministratore della E.F. servizi ecologici; l’ex sindaco di Aci Catena Ascenzio Maesano; Alessandro Mauceri; Lucio Pappalardo; Angelo Piana; e Domenico Nicola Orazio Sgarlato, ex dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Trecastagni. Le accuse contestate, a vario titolo, sono di corruzione e turbativa d’asta.

Secondo l’accusa, a fare pressioni sull’allora sindaco di Aci Catena, Ascensio Maesano, indagato e arrestato nel 2016 nell’ambito del primo troncone dell’inchiesta e condannato, è stato Vincenzo Guglielmino, amministratore di E. F. servizi ecologici perché voleva riassegnato l’appalto che gli era stato tolto. In quel caso, ha ricostruito la Procura di Catania, c’è stato l’intervento del clan Cappello per mediare perché «la guerra porta guerra e alla fine non vince nessuno: noi dobbiamo cercare la pace…».  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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