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Guerra in Ucraina, dall’inferno al fiocco rosa la nuova vita di Galya accolta a San Giovanni La Punta

La donna era fuggita dal suo paese poco dopo lo scoppio del conflitto. E' ospite, con i suoi figli, di una famiglia che aveva già accolto il marito da bambino

Di Simone Russo |

Un anno fa cominciava il conflitto in Ucraina che ha stravolto l’esistenza di milioni di bambini, donne e uomini che in poche ore sono precipitati nella disperazione e nel bisogno. Pochi giorni dopo quel tragico 24 febbraio 2022, quando le truppe russe entrarono in territorio ucraino, a San Giovanni La Punta, in provincia di Catania, l’intera comunità si strinse intorno al dolore di una famiglia scappata dalla guerra.

La fuga

Era il 6 marzo. Galya, incinta di otto mesi, con i figli David, di 9 anni e Dennis di 5 anni avevano affrontato un viaggio di 170 ore per arrivare dalla loro famiglia italiana. I coniugi Ignazio Motta e Pina Calanna, insieme ai loro figli Giovanni e Grace, avevano infatti deciso di aprire le porte della propria casa ai profughi in fuga dalla guerra.

«Per ben sette giorni – ricorda adesso Galya – guidai in stato di gravidanza. Partimmo dal confine con la Moldavia. Lì, prima di noi, c’erano circa 5mila macchine ferme ed in attesa di oltrepassare il confine. Attraversammo la Romania, l’Ungheria e la Slovenia. Poi finalmente l’arrivo in Italia. Dalla nostra famiglia italiana».

L’accoglienza

La famiglia Motta da oltre trent’anni è la famiglia italiana di Denis, marito di Galya. Grazie a un progetto inclusivo, negli anni ’90 la famiglia puntese aveva ospitato il piccolo Denis, oggi diventato uomo e genitore. In questi anni hanno coltivato giorno dopo giorno la loro amicizia. Per lui, la famiglia Motta è la sua famiglia italiana. Per loro, lui è il terzo figlio.

Galya, il 13 aprile, grazie alle cure del dottor Giuseppe Bellia dell’ospedale “San Marco” di Catania ha dato alla luce la piccola Deborah. «In quella occasione – ricorda Galya – mio marito mi ha recapito un messaggio con scritto “grazie Galya per il dono di nostra figlia, ti amo così tanto! Grazie a Dio per la tua sicurezza e ringrazio Dio per tutte le persone che ti stanno aiutando in questo momento! Grazie mille alla mia famiglia italiana per il supporto infinito in questo momento, ti amiamo”» .

Galya e due dei suoi figli

Com’è andato questo primo anno in Italia?

«Ringrazio la mia famiglia italiana – spiega Galya – in questi mesi mi sono sempre stati vicini, insieme a tutto il quartiere e a tutte le persone che giorno dopo giorno mi hanno aiutato. Un sincero e sentito ringraziamento per tutta la solidarietà che ci ha scaldato il cuore». «In quest’anno – continua la signora – i miei figli David e Denys hanno seguito un percorso di inserimento nell’ Ic “Giovanni Falcone” di San Giovanni La Punta, grazie alle insegnati e alla dirigente scolastica, giorno dopo giorno, i miei bambini si sono sempre più integrati. All’inizio non è stato assolutamente facile. I primi mesi abbiamo dovuto staccare i citofoni dell’abitazione che ci ha messo a disposizione gratuitamente la signora Francesca ed anche i cellulari. Ogni suono, ogni rumore, spaventava i bambini. Siamo scappati con il rumore delle bombe e il suono delle sirene. Oggi, i bambini sono più calmi e si stanno pian piano abituando a questa nuova normalità italiana».

La vacanza al mare

In questi mesi italiani, hanno cercato di crearsi un piccolo spazio di serenità. «In estate – continua la signora Galya – la nostra famiglia italiana ci ha permesso di soggiornare in una casa al mare. Abbiamo respirato un clima ed un’aria speciale. Abbiamo vissuto tre mesi molto intensi che ci hanno dato un po’ di serenità. Vedere correre e giocare i bambini in spiaggia è stato un momento di vera gioia. Il periodo natalizio è stato un po’ più traumatico, ma abbiamo superato anche quello. Anche per i miei figli è arrivato il Babbo Natale italiano – continua la signora Galya – la nostra famiglia italiana ci ha coccolati ed accuditi anche in quei giorni di festa. Siamo sempre stati con loro e soprattutto abbiamo ricevuto il regalo più bello che la vita potesse donarci, l’arrivo di mio marito».

Il ritorno di papà Denis

Denis, infatti, avendo tre figli, per una legge ucraina è riuscito ad uscire dal suo paese per venire a San Giovanni La Punta. Quando i bambini hanno rivisto il loro papà è stato uno dei momenti più commoventi di questa storia. «Ricorderò per sempre quel 6 marzo – spiega Denis – appena ho visto partire la macchina con a bordo mia moglie ed i miei figli mi sono buttato a terra in ginocchio, disperato. Ho vissuto dei mesi atroci. Ho combattuto per il mio Paese e non ho ancora la forza per raccontare quello che ho visto. Mi auguro che i miei figli non vedano mai quello che ho dovuto vedere io. Non mi importa della mia casa in Ucraina, ancora intera, ma non so per quanto tempo ancora. Non mi importa del mio lavoro, adesso ho avuto il dono di poter riabbracciare la mia famiglia. Sono vivo e posso godere di questa fortuna. Per me è una gioia essere qui e ringrazio con tutto il mio cuore il popolo italiano per l’enorme aiuto che hanno dato a me, a Galya e ai nostri figli».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA